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Salvini: “Superlega? Ha vinto la gente. Europa impreparata, ora le riforme”

Il leader della Lega commenta gli eventi legati alla nascita e all'accantonamento del progetto della Superlega

Fabio Alampi

Matteo Salvini, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha detto la sua sulla Superlega: "La morale? Che ha vinto la gente. La passione popolare ha battuto 2-0 gli interessi economici di pochi. I tifosi sono stati protagonisti. Anche quelli delle squadre coinvolte, io sono stato subito contrario anche se da milanista forse avrei avuto convenienza dal progetto".

L'Inghilterra è stato il centro della «rivolta», con i tifosi ma anche con un premier che in poche ore ha addirittura minacciato una "bomba" legislativa per fermare la Superlega.

"I tifosi inglesi hanno dimostrato che il calcio è ancora gioco e passione e questo vale più di 300 milioni".

E Johnson?

"Giù il cappello. Mi sembra vincente su tutti i fronti, dai vaccini al calcio. Devo dire che anche Draghi però ha fatto sentire la sua voce".

E ora?

"E ora però il mondo del calcio va riformato sul serio perché l'Uefa deve sprecare di meno e ci sono tante cose da cambiare. E perché i 12 si sono infilati in un "buco" europeo perché l'Europa si è fatta trovare impreparata e senza norme".

In fondo però, lo ha detto Giulio Tremonti, ha vinto anche l'Europa, l'Europa pre Brexit, quella con la Gran Bretagna dentro.

"Ripeto: Johnson sta facendo bene dappertutto. Ma c'è una cosa che temo: non è che questi tre giorni hanno ulteriormente allontanato la gente e dato un colpo alla passione per il calcio? Non so se alla riapertura ci sarà tutta questa voglia di tornare allo stadio e questo mi preoccupa".

E qualche effetto positivo?

"L'occasione per rivedere stipendi fuori dal mondo. Anche perché, lo dicevamo proprio poco fa con Giovanni Galli, sono tutti soldi tolti ai settori giovanili. Speriamo che questo serva a sedersi intorno a un tavolo".

Qualcuno arriva a ipotizzare, era fra le carte della Superlega, che per avvicinare il pubblico più giovane e più lontano, quello asiatico o nordamericano, sia necessario puntare tutto sugli highlights fino al punto di ridurre la durata di una partita.

"Eh no. Non è proprio il mio calcio. Il mio calcio è quello che viene da Novantesimo minuto di Paolo Valenti e dal tetto dei tre stranieri a squadra. Va bene modernizzarsi, ma fino a un certo punto".

Dai club viene un grido di aiuto. Non ce la facciamo più, questione di tasse, ma anche di procedure per gli stadi.

"Sugli stadi hanno ragione, lo stadio di Roma, quello della Fiorentina, un miliardo e 200 milioni per lo stadio di Milano fermi: operazioni a costo zero che aiuterebbero il sistema".

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