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Sconcerti: “Inter, c’è qualcosa di epocale nell’Inter. Conte vive per punire chi si ferma”

Il giornalista ha commentato sul Corriere della Sera la vittoria dell'Inter e il sorpasso della squadra di Conte ai danni della Juve

Andrea Della Sala

Inter al primo posto in Serie A. La squadra di Conte ha vinto contro la Spal 2-1 ed è balzata davanti alla Juve che ha pareggiato con il Sassuolo. Ne ha parlato sul Corriere della Sera il giornalista Mario Sconcerti:

"C’è qualcosa di epocale nel sorpasso dell’Inter, almeno nelle piccole epoche del calcio. È stata ripresa e superata la squadra che da otto anni e mezzo domina. Ed è stata ripresa quando ormai era nell’aria un profumo di sufficienza. Era la Juve migliore ma non quella attesa, faceva troppe volte fatica, non trovava bellezza, si permetteva errori che nessuno ha mai commesso a questi livelli. Per esempio, il portiere è unico, si cambia quando sta male o commette troppi errori. Permettersi anche solo il lusso di far giocare Buffon per farlo entrare in un record è qualcosa di velleitario che non rispetta nemmeno Buffon e di certo non rispetta il calcio. Nell’anno della presunzione la Juve ha avuto la sfortuna di trovare un ottimo avversario allenato da Conte. Era la peggior cosa capitabile perché Conte è il gesuita dell’eresia sufficiente, vive per punire chi si ferma, chi si accontenta. Il premio è sempre in fondo a un sacrificio costante. Guardando la sua Inter viene da pensare a un altro calcio, non più fatto di schemi ma di insistenza, di oscurità, di espiazione. Ma funziona. Baratta il senso di colpa col piacere, sono la stessa cosa, si liberano l’uno con l’altro. Conte è un sofista demoniaco che trasforma tutto in energia e solerzia, a mani giunte. Contro questo avversario che quasi prescinde dagli uomini che ha, la Juve non era che destinata a subire", si legge sul Corriere della Sera.

"La Juve ha un calcio imperiale ma bizantino. L’Inter è monacale, di quelle fedi sottili dove il peccato è sempre presente ma è come un equivoco, bastano tre preghiere per redimersi e nel frattempo esisti, resisti. Non so come andrà a finire, ma era tempo di avere un campionato equilibrato. La prima differenza vera è tecnica: la coppia di attaccanti della Juve ha segnato 10 gol (più Higuain o Dybala, dipende chi si esclude). Quella dell’Inter 18. Una fa molto meno di un gol a partita, l’altra molto di più. È però in questo pertugio che si infila la Lazio con i 23 gol di Immobile e Correa. Abbiamo un attaccante da 40 gol a stagione e non è Ronaldo. Uno che segna come pochi in Europa. Sabato c’è Lazio-Juventus, una grande partita tutta a favore dell’Inter. Sono anni che la Lazio si è sempre fermata alle porte della cucina, come non avesse il coraggio di gridare la sua fame. Se però batte la Juve, stavolta bisogna aggiungere un posto a tavola", aggiunge il giornalista.

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