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Sconcerti: “L’Inter vuole Messi? Non so se sia un’ottima idea. Leo non si discute ma…”

Il commento di Sconcerti alla notizia dell'interesse dell'Inter per Messi

Matteo Pifferi

Lungo editoriale di Mario Sconcerti sulle colonne del Corriere della Sera. Il giornalista ha espresso il suo punto di vista in merito all'affaire Messi:

"Il Messi sotto il Duomo non può essere un gioco ingenuo di un guascone cinese. È indicativo di un’idea forte, di una volontà. Intorno all’idea si può anche scherzare ma non mettendo nel gioco il simbolo di tutta Milano (anche dei milanisti) e di un bel pezzo di cristianità. Se ci si prende questa responsabilità senza essere incoscienti, vuol dire che la traccia c’è ed è evidente. Dunque Suning vuole Messi, forse anche Messi vuole Suning. Qualcuno dovrà pure aver avvertito Messi che veniva usato per una foto che avrebbe fatto il giro del mondo. Se invece l’immagine di Messi è stata usata in una costruzione pubblicitaria senza il suo permesso ci sarebbero potute essere conseguenze legali. Il Barcellona non può essere felice del divertimento cinese. Quindi, se siamo persone serie, va dato atto all’Inter di aver cominciato la caccia a Messi. L’idea è buona, non sono in grado di dire se ottima".

MAROTTA E SUNING - "Marotta dice una cosa giustissima. Suning può comprare Messi, non l’Inter. Il bilancio rischierebbe di essere travolto. L’Inter e Suning sono due contabilità diverse. Non è in discussione il giocatore, che comunque, come tutti, non è garanzia di vittoria. Il Barcellona per esempio è appena arrivato 2°. E comincio ad avere il dubbio che le squadre italiane stiano diventando una grande Hollywood dove chiudere la carriera. Un campionato più facile, meno veloce, meno tecnico. Che da dieci anni non vince niente in Europa. E che non è mai arrivato in una finale d’Europa League. Proviamo comunque a rimanere sul lato tecnico. Messi è uno di quei giocatori eterni, meno decisivo di Pelè e Maradona, ma eccezionale. È facile dire che sarebbe l’ideale per l’Inter come per ogni altra squadra. Ha avuto una stagione più complessa di altre, ha segnato 21 reti, non tante per lui, ha 33 anni e gioca a questi livelli da una quindicina. Ha certamente un fisico vissuto, ma nessuno gioca a calcio come lui. Questo gli consente di invecchiare continuando a mettere il pallone dove vuole".

MESSI  - "Mentre Ronaldo è sempre rimasto se stesso, un cacciatore di gol, Messi è andato evolvendosi. Con Guardiola era un centravanti mobile, da qualche anno è un riferimento più arretrato. Ha cercato di guadagnare spazio per pensare meglio il passaggio ai compagni o per trovare il metro che gli consente di prendere velocità. Il suo ruolo è quello di Lautaro o di Sanchez, non quello di Eriksen. Lì Conte cerca una mezzala, con caratteristiche particolari, ma mezzala. Messi da prima punta è diventato secondo attaccante, ma sempre attaccante resta. C’è un piccolissimo contrattempo, ama partire da destra come Lukaku, un po’ di spazio se lo ruberebbero. Ma sarebbe un particolare risolvibile. Con Messi sarebbe certamente un’Inter competitiva. Lo è già, ma dentro un campionato dove di competitivo è rimasto poco. Sarei curioso di vedere il silenzio di Messi, la sua docile libertà di fuoriclasse messa in mano a Conte. Sarebbe un incontro tra cristalli. Ho semmai un dubbio: quando si vogliono fare acquisti di questo genere c’è bisogno di un silenzio quasi religioso. Farli diventare uno spettacolo, nel vecchio calcio era considerato un errore che spesso li negava. Ma oggi è tutto cambiato, lo spettacolo è diventata una legge che riempie tutto, spesso anche il niente".

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