Sulla eventuale ripresa del campionato si discute ormai ogni giorno. Si naviga a vista, in attesa di capire se ci saranno le condizioni di sicurezza necessarie a far ripartire il carrozzone (senza doverlo poi fermare poco dopo). Repubblica analizza oggi la posizione della Juventus rispetto ad un eventuale verdetto se il campionato dovesse essere definito concluso: "Una posizione ufficiale, se vogliamo, Agnelli l'ha presa il 2 aprile firmando insieme al presidente dell'Uefa Ceferin, e in qualità di presidente dell'Eca, la lettera ufficiale i cui si comunicava che l'Uefa potrebbe non riconoscere le classifiche mozzate dei campionati lasciati in sospeso. In quanto cofirmatario, Agnelli ha evidentemente condiviso quella linea e difficilmente cambierebbe idea svestendo i panni di presidente dell'Eca e indossando quelli di capo della Juventus. Di conseguenza, nemmeno lui legittimerebbe la classifica di un campionato incompleto, nonostante in cima ci sia la sua squadra".
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Scudetto assegnato alla Juve? Repubblica: “Non gioverebbe al club che già ostenta…”
La posizione della società bianconera sull'attuale campionato
Atto di generosità o calcolo?"Ma perché la Juve sembra disposta a un atto di tale generosità, nel caso in cui si trovasse nelle condizioni di farlo? La linea bianconera ha una sua logica, e Agnelli può prendersi il lusso di tenerla: ha una serie aperta di otto scudetti di fila che non verrebbe interrotta da un anno di stallo, il quale non andrebbe a compromettere né l'albo d'oro né l'orgoglio e men che meno l'ambizione di arrivare a impilare dieci titoli consecutivi. Al tempo stesso, alla Continassa sanno che uno scudetto a tavolino assegnato alla Juventus finirebbe per recare più danno che guadagno, perché solleverebbe un'ondata di polemiche, livore e prese in giro che certo non gioverebbe all'immagine del club, che pure nel suo stadio ostenta con una certa spudoratezza due scudetti che non ha, quelli del 2005 e del 2006. E sanno, a Torino, che se nella loro posizione si trovasse invece la Lazio, le reazioni popolari sarebbero completamente diverse. Al tempo stesso, rinunciando elegantemente a questo titolo imperfetto i bianconeri attirerebbero su di sé consensi e meraviglia, complimenti internazionali, ammirazione senza confini: in questo modo avrebbero la possibilità di smantellare l'immagine di una società arrogante ed egoista, fedele in maniera intransigente a quel motto (vincere è l'unica cosa che conta) non proprio in sintonia con la più pura etica sportiva. Con mezzo scudetto in meno, la Juve sa che potrebbe soppesare l'incalcolabile valore di una vittoria morale, i cui dividendi sarebbero di gran lunga superiori a quelli di un qualsiasi scudetto di tampone".
(Repubblica)
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