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Serena: “Inter, Lukaku carro armato e leader eccezionale. Rispetto a Icardi…”

Le parole dell'ex attaccante nerazzurro a proposito del bomber a disposizione di Antonio Conte

Daniele Vitiello

Aldo Serena, ex attaccante tra le altre dell'Inter, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport. Tema principale della chiacchierata il grande percorso di Romelu Lukaku in stagione.

Aldo Serena, da istintuale uomo del gol e buoni sentimenti, chance per l’Inter di vincere l’Europa League ce ne sono?  

«La finale annunciata sembrerebbe quella con lo United. Idea stimolante, motivante per tutto l’ambiente nerazzurro. Secondo posto in Serie A e una coppa: mi sembra un traguardo dignitoso e forse anche insperato. A inizio anno i tifosi pensavano di avere maggiori probabilità di vincere il campionato, ma tornare a vincere una competizione in Europa renderebbe la stagione più che positiva». 

Il tutto garantito da Lukaku? 

E se Conte dovesse andare via? 

«Perché va via? Non penso che se ne andrà». 

Che cosa ha Lukaku in più degli altri?  

«Una mente plastica, una leadership naturale, una volontà di ferro, un carattere altruista, e quindi sotto il profilo personale è una persona stimata da tutti. Fa la cosa giusta, dice sempre le cose giuste, è una persona che non ha bisogno di mettere in piazza altre qualità. Perché è modesto, ma è un grande campione. E poi ci sono caratteristiche fisiche e tecniche non da poco». 

Quali? 

«E’ un carro armato, quando parte in progressione chi lo prende più? Sinistro eccezionale, sul destro magari può migliorare perché qualche gol lo sbaglia. Ma a uno così lo si perdona, ci mancherebbe. A essere sincero, Lukaku è anche un bomber atipico». 

In che senso? 

«Fa gol, ha una forma fisica invidiabile e quando sta bene basta quella. Ma sa essere generoso e altruista. I bomber che vivono solo per il gol non fanno così, non fanno come lui. Esula dai bomber classici, quelli che fanno venticinque, trenta gol a stagione. Lui fa anche assist, va contestualizzato anche questo». 

Altro mondo rispetto a Icardi. 

«La valutazione di Icardi era una valutazione legata al numero di reti, o ai gol in partita. Ma per il resto, nel coinvolgimento nel gioco non è mai stato una guida. Nonostante la fascia di capitano al braccio. Lukaku è quello che fa per la squadra, che fa per i compagni anche senza essere capitano». 

È anche una questione di modulo? 

Che stagione è, le piace? 

«Bruttissima, per quanto mi riguarda. E’ un calcio diverso senza il pubblico. Ho visto i calciatori condizionati, senza la giusta tensione. Mi rendo conto che sia difficile giocare. L’augurio è che il covid sparisca il prima possibile e che si possa tornare allo stadio tutti insieme». 

Lei ci ha mai giocato senza pubblico? 

«Due volte, ero alla Juve. Stagione 85/86: contro il Verona e contro il Jeunesse, la squadra lussemburghese. Sotto il profilo emotivo le cose cambiano, senti i sospiri degli avversari, dei compagni, la panchina che urla, un commento di uno che magari sta in fondo. Anche sotto il profilo della prospettiva le cose cambiano: il campo sembra più lungo, il pubblico delimita. Segnai tutte e due le volte. Far gol nel deserto e senza avere uno scambio è una cosa diversa. C’è una realizzazione diversa delle cose». 

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