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Zeman: “Calciopoli? Rifarei tutto. Ebbi contatti con l’Inter: ecco quando”

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Le parole del tecnico: "Risultati come Bologna-Inter li hanno avuti anche Milan e Napoli. Anzi, io penso che debba rammaricarsi più il Napoli"

Marco Astori

Intervenuto ai microfoni del Corriere della Sera, Zdenek Zeman, allenatore, ha parlato così della corsa scudetto nella stagione appena conclusa: «Dopo tanti anni si è vissuto un campionato incerto, e questo lo ha reso certamente avvincente. A un certo punto sembrava che non lo volesse vincere nessuno, con Milan, Inter e Napoli che facevano a gara per consegnarlo agli avversari».

Alla fine ha vinto la squadra che lo meritava di più?

«Lo ha detto il campo: chi fa più punti ha sempre ragione. Quindi sì, il Milan ha vinto lo scudetto meritatamente: è uscito meglio alla distanza».

Non pensa che l’Inter lo abbia buttato al vento nel recupero con il Bologna? Ha fatto affidamento per mesi su quei 3 punti ipotetici e alla fine non li ha conquistati.

«Risultati come Bologna-Inter li hanno avuti anche Milan e Napoli. Anzi, io penso che debba rammaricarsi più il Napoli che l’Inter per l’occasione persa».

Perché?

«Per me, e sottolineo per me, era il Napoli la squadra favorita. Di partite come quella che ha fatto l’Inter a Bologna ne ha sbagliate tre, tutte in casa consecutivamente, a metà campionato (Atalanta, Empoli e Spezia, ndr). Senza quelle tre sconfitte sarebbe stato un altro campionato».

Come succedeva a lei in Serie A. Ai suoi tempi, però, non c’era la Var e adesso che c’è, lei allena in C e la Var si ferma alla serie B. Si lamentò di un rigore non dato al suo esordio in A, Inter-Foggia, e se ne è lamentato nella sua più recente partita, Entella-Foggia. Le piacerebbe allenare senza gli errori arbitrali?

«Tendenzialmente dovrei essere contrario alla Var, perché a me piace un calcio più umano dove sbagliano sia i calciatori che gli arbitri. Però c’è stato un periodo in cui, anche senza Var, il calcio non era umano, perché gli errori arbitrali non erano per tutti. E allora dico benvenuta alla Var».

La lingua batte dove il dente duole, alle sue mai spente polemiche con Moggi. Si chiede mai che carriera avrebbe fatto se non avesse criticato per primo il sistema dell’epoca che poi venne certificato da Calciopoli? Se tornasse indietro lo rifarebbe?

«Sì, rifarei tutto, per il bene del calcio. Non so quale sarebbe stata la mia carriera se non lo avessi fatto; so, però, che nel mio secondo anno alla Roma, nel ’99, arrivammo quinti ma contai 21 punti sottratti per errori arbitrali».

Avrebbe vinto lo scudetto?

«Non lo so, faccia i calcoli…».

Sì, 75 punti contro i 70 del Milan. Si spiega così che Lazio e Roma hanno vinto lo scudetto solo dopo aver cambiato tecnico? Il sistema non voleva che lei vincesse?

«All’epoca non ero accettato dal sistema. Per lo meno in Italia. In quegli anni mi cercarono Real Madrid e Barcellona ma io non presi in considerazione le loro offerte perché avevo un impegno morale con la Roma».

E in Italia ha mai avuto contatti con Milan o Inter?

«Con l’Inter, dopo il secondo posto con la Lazio. Ma fecero altre scelte».

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