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Libero – L’Inter corre più di tutti, ma male. Risultati negativi, ma l’impegno non è mancato

La squadra di Spalletti è quella che ha percorso più km di tutti in campionato

Andrea Della Sala

Due mesi senza vittorie per l'Inter che stasera dovrà cercare di tornare ai tre punti affrontando il Crotone. Da due mesi non corre in classifica, ma in campo continua a farlo come nessun’altra in serie A. La squadra di Spalletti è infatti prima nella classifica dei chilometri percorsi - in media 112,28 a partita - ma ormai quarta nella graduatoria che conta, cioè quella dei punti: vuol dire che corre dall’inizio, l’Inter, e ha continuato a farlo anche negli ultimi due mesi privi di vittorie.

L'Inter è reduce da 4 pareggi di fila e non vince dal 5-0 al Chievo del 3 dicembre, eppure i giocatori nerazzurri corrono sempre più dei loro avversari. In primis significa che questi calciatori “sono professionisti veri”. Perché al calo dei risultati non è corrisposto un calo dell’impegno in campo. Il dato poi sottolinea che i giocatori di Spalletti sono predisposti alla fatica a prescindere dal risultato. Una dote evidente soprattutto in Vecino, Gagliardini, Brozovic, Perisic e Candreva, la cui quantità di chilometri è garantita. Semmai non lo è la qualità, ed è questo il dazio che l’Inter paga: molti nerazzurri si muovono a vuoto (su tutti Brozovic) o in solitaria (spesso Candreva e Perisic). Se a parità di corsa sono calati i risultati vuol dire che l’Inter, ad un certo punto della sua stagione (dal 3-1 subito con l’Udinese il 16 dicembre) ha perso le distanze, sia all’interno dei reparti che tra essi.

Da quel momento, i giocatori sono stati costretti a correre per rimediare ad errori di posizionamento, per coprire enormi porzioni di campo (si noti l’allungarsi di partita in partita della distanza tra la difesa e Icardi),per rincorrere gli avversari sempre più padroni del possesso. La corsa è diventata una pezza a tutte queste falle. Il circolo che ha inghiottito l’Inter è dunque vizioso:all’aumentare delle distanze tra i reparti cresce anche la mole di corsa della squadra, che di conseguenza accumula più fatica e quindi perde, di nuovo, le distanze. E le certezze. E i punti in classifica. L’Inter dovrebbe quindi andare a monte della sua malattia e curare la tattica e la tecnica.

(Libero)

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