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Conte chiede killer instinct ma i numeri sorprendono: Inter prima in Italia e quinta in Europa

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Conte richiama i suoi attaccanti all'ordine ma la sua squadra è prima per cinismo in Italia. La cura dei dettagli può fare la differenza

Eva A. Provenzano

Dopo la partita di andata di Coppa Italia con la Juventus nel mirino di Antonio Conte è finito Alexis Sanchez. Sui piedi del giocatore cileno è passato un pallone clamoroso, respinto sulla linea da Demiral. Non è stato l'unico errore in attacco. Pure Darmian ha sbagliato ad un passo da Buffon (che però si è superato). Ma l'allenatore ha considerato più grave l'errore del cileno perché da un attaccante ci si aspetta altri numeri là davanti. Sanchez dà il meglio di sé giocando sulla trequarti, dietro le punte da ispirare. I suoi numeri parlano di due gol in questa stagione e cinque assist in tutte le competizioni in 1.067 minuti giocati.

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Il mister chiede di più. A lui, ma non solo. Ha chiesto spesso di più a tutto l'attacco nerazzurro. Proprio il reparto più importante dell'Inter è finito spesso sotto tiro. Non perché i gol non arrivano, anzi. Ma perché per quanto la squadra produce, i gol potrebbero essere molti di più. Il tecnico ne ha parlato spesso nei post partita, sottolineando che manca il killer instinct ai suoi. L'ultimo colpo. Quello che fa la differenza più del gioco. Perché quello che conta in termini di punti sono i gol segnati più delle occasioni create. Il resto è pura statistica.

In Europa

A proposito di quella è arrivato uno studio del CIES, Osservatorio del Calcio, sul cinismo dei club europei. È stata calcolata la media dei tiri utili per arrivare ad un gol. E ai nerazzurri servono sei tiri per andare in rete Questo dato la inserisce al quinto posto in Europa tra le squadre più ciniche. Prima dell'Inter ci sono: l'Elche, al quarto posto (1 gol ogni 5.9 tiri di media), al terzo posto l'Union Berlino (un gol ogni 5.7 tiri di media), al secondo posto l'Atletico Madrid (un gol ogni 5.4 tiri di media) e al primo posto il Bayern Monaco (un gol ogni 5.3 tiri di media).

In Italia

Questa media rende la squadra di Conte prima in Italia per cinismo. Al secondo posto la Roma (un gol ogni 6.1 tiri), al terzo posto la Samp (un gol ogni 6.6 tiri), al quarto posto il Milan (un gol ogni 6.7 tiri), nona la Juventus (un gol ogni 7.1 tiri).

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Là davanti, se parliamo solo del campionato, sono stati segnati 49 gol. Ne sono stati incassati invece 23. E questi numeri hanno portato a 13 gare vinte, 2 sconfitte e 5 pareggi. L'Inter ha fatto 275 tiri totali, solo in Serie A, 134 in porta. Ma il numero totale degli attacchi nerazzurri è di 774. Il numero dei gol segnati e la media di gol segnati ogni tot tiri dice che l'Inter è prima in Italia per 'cinismo'. Ma a Conte non basta. E non basta proprio perché vengono fatti degli errori che spesso rischiano di vanificare tutto. Come è successo con il rigore procurato da Young, con il fraintendimento tra Handanovic e Bastoni per esempio.

Combattimenti

Manca probabilmente la cura dei dettagli, la concentrazione totale su un obiettivo. La forza mentale di essere squadra nel bene e nel male. Di essere singoli che fondono le loro capacità e si aggrappano alla maglia dell'Inter con tutta la forza. Perché è un momento difficile per la società e il tecnico non si è nascosto su questo. "Il progetto è fermo ad agosto", ha sottolineato quasi con rammarico. Ma non ci si può piangere addosso. L'Inter è tornata ad essere viva, ad esserci. I risultati della scorsa stagione hanno migliorato la classifica, il rendimento, il modo di essere di una squadra che non si può permettere distrazioni, nonostante tutto. Se si vuole combattere fino in fondo per gli obiettivi rimasti, certi errori (già definiti 'da polli') sono inammissibili.

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