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Eriksen-Conte, arriva il momento della verità. Ma c’è uno scenario che non è tollerabile

Christian Eriksen è diventato, pur senza chiederlo, l'emblema dell'Inter che potrebbe essere e non è: per lui arriva il momento della verità

Daniele Mari

Ceduto e sacrificato sull'altare dell'incompatibilità tattica con il suo allenatore. "Non è funzionale", ha detto anche se non esplicitamente Beppe Marotta, trincerandosi dietro l'esempio di tanti bravi giocatori che non si sono adattati allo schema dell'allenatore di turno.

E probabilmente è vero: Conte non sa che farsene di Eriksen. Il ritmo compassato del danese, pur arricchito da giocate saltuariamente geniali, mal si sposa con il calcio tutta corsa e pressing che impone l'ex allenatore di Chelsea e Juventus.

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E allora l'Inter è chiamata ad una scelta. E la scelta è già stata fatta, con Eriksen praticamente accompagnato alla porta. Impensabile tenere a marcire in panchina un giocatore così, per di più il più pagato della rosa insieme a Lukaku. Meglio dirsi addio.

Ma dopo l'eliminazione dall'Europa, con le nubi che sono tornate scure sul futuro a lungo termine di Conte, è cominciato a balenare un quesito negli studi televisivi (anche in società?). Meglio dirsi addio o dirsi arrivederci?

Paolo Condò (il rappresentante della stampa italiana al Pallone d'Oro, non proprio l'ultimo della fila)ha suggerito, senza troppi giri di parole, all'Inter di prestare Eriksen e di farlo tornare a giugno. Praticamente lasciando intendere a chiare lettere un eventuale addio di Conte alla Milano nerazzurra la prossima estate.

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Ecco, qui è bene essere chiari. Molto chiari. La società è chiamata a fare una scelta e legittimamente farà la scelta che riterrà più opportuna. Ma c'è uno scenario che molti tifosi (giustamente) temono e che davvero non sarebbe tollerabile: vendere Eriksen per manifesta incompatibilità con Conte e poi separarsi dallo stesso Conte sei mesi dopo.

Questo non si potrebbe tollerare. Se la società è convinta di Conte, vada avanti con Conte a dispetto del malumore per il fallimento europeo ma vada avanti con Conte con prospettive che superino il mese di giugno 2021.

Se così non fosse, e quindi ci fosse anche un solo dubbio sull'eventualità di proseguire per il terzo anno, allora la cessione a titolo definitivo di Eriksen sarebbe un errore madornale. E il giudizio sul danese dovrebbe darlo l'eventuale prossimo allenatore nerazzurro.

La cessione di Eriksen (e non il prestito) dovrebbe valere come conferma di Conte. Se così non fosse, qualcuno dovrebbe spiegarci il senso della cessione. Che forse un senso non ce l'ha.

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