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ESCLUSIVA Bonolis: “Lezione di Inzaghi a Xavi. Asllani? Ci sta, ha detto fanculo voglio…”

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Paolo Bonolis commenta a Fcinter1908 la vittoria di Barcellona: "Inter eccellente, non c'è da meravigliarsi. Era strano prima"

Daniele Vitiello

È un pareggio, ma sa di vittoria. L’Inter torna da Barcellona con la qualificazione agli ottavi di Champions League più che mai alla portata e con il morale a mille dopo il 3-3 di ieri sera. Bisognerà subito voltare pagina e pensare al campionato, ma giusto godersi questa prova di forza ancora un po’.

Ne abbiamo parlato, in esclusiva per Fcinter1908.it, con Paolo Bonolis, che ieri ha tifato da casa come milioni di tifosi.

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“È stata una partita eccellente. L’Inter ha fatto l’Inter, loro hanno provato a fare il Barcellona ma ci sono riusciti in parte. L’Inter ha dimostrato che se riesce a serrare le fila è rognosa da affrontare per chiunque. Sarà per le caratteristiche dell’avversario o per acquisita coscienza, ma non si è buttata allo sbaraglio e ha approfittato degli spazi, tipo di gioco che può permettersi di fare con le sue caratteristiche. Lo ha fatto con le incursioni di Barella, con la corsa di Dumfries, che se riuscissero a mettergli a posto anche i piedi sarebbe uno splendido cavallo da corsa, con le splendide giocate di Calhanoglu e un formidabile Lautaro. Ma non c’è da meravigliarsi. Piuttosto, c’era da meravigliarsi per come le cose andavano prima”.

A Barcellona hanno definito l’Inter squadra da catenaccio.

“E quindi? È una fissazione quella. Si gioca per il risultato, non per l’estetica, altrimenti andremmo al circo. In alcune partite ci si può permettere gioco arioso, in altre invece no. Si chiama tattica. Un giro palla lungo e sterile come quello del Barcellona di Xavi va affrontato come ha fatto Simone con grande bravura”.

E infatti Inzaghi si è tolto qualche sassolino dalle scarpe...

“È mancata solo la vittoria perché un ragazzino che l’anno scorso ad Empoli alternava campo a panchina si è ritrovato davanti a 92 mila persone a tu per tu col portiere del Barcellona e si è detto ‘vaffanculo, segno io’. Ma ci sta, ci ha provato. Ter Stegen l’ha presa col ginocchio ed ha evitato il gol finale, ma alla squadra non si può dire nulla”.

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Onana ha mostrato ancora grande personalità.

“Aveva già un notevole bagaglio di esperienze. Spregiudicato e irriverente, ha un’immensa dote di pregi e qualche difetto da affinare. Non può farci nulla sui gol subiti. Qualche volta gli è scappato il pallone, ma sono leggeri e cambiano spesso traiettoria. Non è facile. Dal divano siamo tutti bravi come Giuliano Sarti. L’alternanza in porta ha un senso quando non ci sono profonde differenze: Onana e Handanovic sono due grandi portieri, ma c’è una profonda differenza di età. Questo porterà Onana a diventare titolare e Handanovic ad essere il titolare dell’esperienza accumulata in questi anni facendo il bene dell’Inter. Sembra che lui lo abbia capito e questo gli fa onore”.

La prestazione del Camp Nou può dare una spinta anche per recuperare il gap in campionato?

“Ci auguriamo tutti che parta un ciclo positivo, bisogna vedere se le altre cederanno punti. Otto punti sono tanti, contro squadre che stanno giocando particolarmente bene. È un campionato strano, che costringerà i club a fare i conti con un vampiro che è il mondiale a metà stagione”.

La Juventus può tornare in lotta per lo scudetto?

“Se si mette a giocare a calcio, può farlo. Ha la rosa per provarci. Devo dire che ho visto la partita col Maccabi in Champions League ed è stata imbarazzante”.

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