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"Lui ci teneva, non è come dicono in tanti: è sempre stato tifoso dell'Inter, fin da piccolino. Fare gol a San Siro, davanti ai tifosi, con lo stadio pieno e la maglia dell'Inter, penso che per lui sia il massimo. Era già un po' di tempo che aspettava questo momento, lui è uno che il gol ce l'ha nelle sue corde, secondo me è uno da 4-5 a campionato. Poi è normale, giocando con meno continuità devi sfruttare le opportunità e lo spazio che ti dà il mister, e secondo me lo sta facendo benissimo: posso assicurare che non è facile farsi trovare pronto e fare la differenza in una squadra che punta a vincere il campionato. Su questo non avevo dubbi: è un ragazzo dalla professionalità incredibile. Lo vedevo così già quando aveva 16 anni, mai visto uno con una mentalità come la sua: era già grande, questa è sempre stata una delle sue forze".
Un gol che, se vogliamo, non rispecchia le sue caratteristiche principali: lui, da giocatore di possesso qual è, che si butta nello spazio come una mezz'ala di inserimento, alla Barella e Frattesi...
"Ci era andato vicino altre volte, il fatto di aver trovato continuità e fiducia gli ha permesso anche di provare un tiro in più, di prendersi una responsabilità in più. Vedo che è entrato a tutti gli effetti nelle rotazioni di Inzaghi, il gruppo lo tratta come un giocatore importante: per lui è una bella vittoria. Lui ha giocato spesso anche sulla tre quarti, se poi ripenso al gol che fece proprio all'Inter quando giocava a Empoli, anche lì fu bravo a buttarsi nello spazio. È un giocatore intelligente, magari fa due inserimenti ma li fa con i tempi giusti, quando vede la possibilità di far male. Ha fatto un movimento da giocatore esperto, facendo poi un gran gol".
Un'azione che, per certi versi, ha ricordato quella della scorsa stagione a Barcellona, quando invece non riuscì a segnare.
"Vero, la ricorda. Come dicevo, lui ce li ha questi inserimenti quando vede che può far male. Poi a Barcellona è stato sfortunato, ter Stegen ha parato con i tacchetti, invece stavolta ha trovato un gran gol".
Cosa gli ha detto dopo la partita?
"Ci sentiamo dopo ogni partita. Aspetto a chiamarlo, ci sentiremo pomeriggio: ieri gli ho mandato un messaggio, immagino che lo avranno chiamato tutti...".
L'infortunio di Calhanoglu gli ha spalancato le porte del campo, e le risposte sono state decisamente positive.
"Quando mi parla di Calhanoglu mi dice sempre che lo considera uno dei più forti al mondo nel suo ruolo. Allenarsi con lui e guardandolo gli permette di imparare. Giocare 3 partite in una settimana, nell'Inter, sicuramente non è facile: vuol dire che ha lavorato molto in allenamento e si è fatto trovare pronto. Non ha preso un treno provinciale, ha preso un Frecciarossa... Magari qualcuno quando non gioca molla, lui invece posso assicurare che si allena come se giocasse sempre titolare, anche di più. È un professionista impeccabile. Appena firmò per l'Inter venne da me, nella mia scuola calcio del paese, e gli aprì l'impianto per farlo allenare tutti i giorni, avrà fatto 3 giorni di vacanza pur di farsi trovare pronto per quello che per lui era il suo sogno: vestire la maglia della squadra che tifa fin da bambino".
Quanto le partite con l'Albania, dove è diventato un giocatore fondamentale e con cui si appresta a giocare un Europeo da protagonista, lo stanno aiutando nel suo percorso di crescita?
"Aver giocato partite di qualificazione gli ha fatto fare esperienze di livello contro grandi Nazionali. Sono dei test importanti, anche in ottica futura per l'Inter".
Con il tempo potrà migliorare anche qualche piccolo difetto: penso a qualche pallone perso davanti all'area di rigore che rischiava di mandare in porta gli avversari.
"Sono errori che lui fa raramente. Ma avendo giocato 3 partite in una settimana credo sia anche un po' fisiologico che negli ultimi 20 minuti abbia avuto un calo, e quando cali a livello fisico anche la mente è meno lucida. Secondo me è una cosa che ci può stare, e capirà da solo quando fare giocate più semplici in certi momenti della gara. L'ho visto in tutte queste 3 partite in cui è stato titolare: secondo me sono state 3 grandi prove, e quello che noti subito è la sua personalità. Questo ce l'hanno solo i grandi giocatori. E più uno gioca più prende ritmo partita e fiducia".
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