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Inter, nota stonata nell’Ave Maria di Conte. Inutile accanirsi su un irrecuperabile

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La sessione di mercato ormai alle porte impone una riflessione alla società nerazzurra

Daniele Vitiello

Si riempie di appunti il taccuino dei dirigenti dell'Inter in vista delle prossime sessioni di mercato. Tra le lacune evidenziate dalla squadra in queste settimane, ce n'è una che non ha sorpreso più di tanto in viale della Liberazione.

Due questioni su tutte hanno tolto ai nerazzurri la possibilità di intervenire concretamente in estate per risolvere un nodo, quello della corsia sinistra, che si preannunciava non all'altezza degli standard richiesti da Antonio Conte. In primo luogo, Marotta e Ausilio hanno dovuto fare i conti con una limitazione importante del budget. Ciò ha imposto di darsi delle priorità in sede di mercato, concordate poi insieme al tecnico nel summit di Villa Bellini. A questo va aggiunta la penuria di offerte pervenute per Ivan Perisic, le cui valigie durante la finestra estiva sono state sempre dietro la porta. Il croato non ha lasciato Milano soltanto perché nessun club si è dimostrato disposto a mettere sul piatto della bilancia i 15-18 milioni di euro richiesti dall'Inter.

Tale somma avrebbe consentito al club nerazzurro di sferrare l'assalto verso uno fra i due nomi già individuati da tempo: Emerson Palmieri e Marcos Alonso. Entrambi hanno lavorato al Chelsea con Conte e conservano un ottimo ricordo del tecnico, per cui non sarebbe servito alcun periodo di rodaggio per conquistarsi la maglia da titolare al posto di Ashley Young. La scelta di riscattare l'inglese è stata condivisa da tutti lo scorso anno, ma la discontinuità fisiologica all'alba dei suoi 35 anni imponeva all'Inter di impegnarsi di più sulla cessione di Perisic per garantirsi un titolare che avrebbe avuto le spalle coperte dall'esperienza dell'ex United. Ogni chance concessa ad Ivan, l'ultima ieri a Cagliari, non ha sortito gli effetti sperati.

Ormai di tempo ne è passato e l'inadeguatezza dell'ex Bayern Monaco nell'Ave Maria di Conte (per citare una sua uscita post Shakhtar) è lampante. La bocciatura è sul piano tattico, ma anche su quello caratteriale. Di questo dovranno tenere conto i dirigenti, considerando che anche per un eventuale nuovo tecnico a giugno sarà impossibile tirar fuori da Perisic quella dose di personalità che in 32 anni (a febbraio, ndr) non è riuscito a far emergere.

Nell'estate del 2019, senza troppi giri di parole, Antonio Conte accompagnò alla porta Perisic in piena tournée estiva dopo la gara con il Manchester United. Senza concedergli troppo spazio, gli bastarono pochi allenamenti per scontrarsi con la sua indolenza. I motivi elencati hanno costretto Conte a riaccoglierlo ad Appiano Gentile per andare incontro alla dirigenza, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Per spiccare il volo l'Inter, squadra che crossa di più in campionato, ha bisogno di ali all'altezza. Gennaio è alle porte e la prossima sessione è un'opportunità che impone riflessioni serie anche per la corsia sinistra. Finora se ne è parlato troppo poco.

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