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Inter, Conte non fa miracoli: blackout esiziale. Una domanda sorge spontanea

L'analisi di Fcinter1908.it dopo Juve-Inter di ieri sera

Daniele Vitiello

Faticoso sarebbe il tentativo di camuffare i limiti mostrati dall’Inter ieri sera. La classifica, la rivalità storica e i conti sospesi dell’ex Antonio Conte offrivano spunti a sufficienza per tenere alta l’asticella delle motivazioni. Eppure la squadra nerazzurra si è sciolta come neve al sole alla prima stoccata bianconera. Nonostante un primo tempo degno di buoni propositi e spunti piuttosto convincenti, è bastato un episodio anche in parte fortunoso per spostare inesorabilmente l’ago della bilancia. Il gol di Ramsey ha sancito il punto di non ritorno per le speranze dell’Inter nella gara e molto probabilmente nella lotta tricolore. Preoccupa il blackout nel quale sono poi piombati i nerazzurri fino al triplice fischio.

OLTRE IL RISULTATO -Conte non è riuscito ad accelerare ulteriormente un percorso di crescita comunque importante ma che richiede del tempo per raggiungere determinati traguardi. Il lavoro e la determinazione sono fondamentali, ma non garantiscono miracoli. Non sempre, inoltre, la soluzione ai problemi può arrivare dal mercato. Considerando anche il grande lavoro svolto dalla dirigenza nelle ultime due sessioni, è lecito chiedersi se la guida tecnica potesse fare meglio nella gestione tattica della rosa. Lo scarso minutaggio di Eriksen – ad esempio – è passato in secondo piano rispetto all’inadeguatezza del suo rendimento. Un pesce fuor d’acqua non ancora coinvolto a sufficienza nel progetto e per il quale non sembra esserci al momento adeguata collocazione nello scacchiere. Dopo due mesi non è di certo un dettaglio.

PRIORITÀ - L’Inter avrà tempo per riflettere. Chissà quanto, considerando che il destino dell’intero torneo sembra appeso ad un filo. Martedì il giorno di una decisione da prendere in piena sintonia tra le parti e che ci si augura venga poi rispettata e portata avanti da chiunque. Qualunque essa sia. Unica strada per ridare autorevolezza alle istituzioni che governano un sistema messo in ginocchio da una questione che coinvolge l’intero Paese e che non va per nulla sottovalutata. La salute prima di tutto. Senza dimenticare anche la funzione sociale dello sport più seguito, tra le poche via d’uscita dallo stress soffocante di questi giorni.

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