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Inter, altro che malumori: la squadra risponde con 5 immagini emblematiche

L'Inter di Conte lancia segnali chiari e risponde alle voci degli ultimi giorni circa i malumori per una situazione societaria da definire

Alessandro De Felice

C'è chi parla di malumori, chi di stagione finita, chi di dissapori che potrebbero interrompere un ciclo appena iniziato. L'Inter e il suo allenatore Antonio Conte rispondono sul campo alle polemiche innescate negli ultimi giorni. Se da una parte il futuro societario è tutto da scrivere, in attesa dell'arrivo dei 250 milioni del finanziamento e il successivo incontro Zhang-Conte per chiarire il piano per il futuro a partire dalla prossima stagione, dall'altra la squadra nerazzurra continua ad essere sul terreno di gioco insaziabile e inarrestabile.

Nonostante la vittoria dello Scudetto, arrivata dopo 11 lunghi anni con quattro turni d'anticipo, negli ultimi 180 minuti l'Inter ha continuato ad essere quella temibile schiacciasassi in grado di classificarsi al secondo posto per numero di punti nella storia di 113 del club, alle spalle della squadra di Mancini della stagione 2006/2007.

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Dopo le 5 reti contro la Sampdoria, l'Inter ne fa tre alla Roma, che a breve saluterà Paulo Fonseca per abbracciare una leggenda della Beneamata, José Mourinho. Nel match di San Siro di ieri sera, i nerazzurri hanno mostrato ancora una volta lo spirito e l'unità di un gruppo plasmato dal condottiero, quell'Antonio Conte che è riuscito a bruciare le tappe del progetto e riportare l'Inter sul trono del campionato italiano dopo .

Nella serata del match, conclusasi con il 3-1 per l'Inter, sono cinque le immagini chiave che confermano l'unione di un gruppo coeso e la volontà di non lasciare nulla, ma proprio nulla, agli avversari.

"Vai Brozo, che sennò non lo tiri". A pochi istanti dallo scadere dei due minuti di recupero, sul risultato di 2-0, Antonio Conte sprona Marcelo Brozovic, che si appresta a battere un calcio d'angolo. Un segnale - l'ennesimo - della mentalità del tecnico leccese, che non vuole lasciare nemmeno le briciole.

Una filosofia che i calciatori hanno interiorizzato alla perfezione. Al 61', sul risultato di 2-1, D'Ambrosio salva in extremis sul cross dal fondo di Karsdorp. E Skriniar non ci pensa due volte a rimproverare i compagni, nonostante il vantaggio e il valore minimo di un match tra due squadre che hanno concluso in anticipo la loro stagione. Le urla dello slovacco rimbombano nel vuoto del 'Meazza'.

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Il gruppo continua ad essere la vera forza di questa squadra. Dopo il gol realizzato, Brozovic corre in panchina, percorrendo circa 50 metri, per andare ad esultare insieme a Stefano Sensi (in panchina) e Nicolò Barella. La scenetta dell'esplosione della bomba tatuata sul collo rappresenta fedelmente lo stato d'animo di ragazzi che non sono per nulla turbati dal caos societario.

Infine la coppia d'attacco, quella LuLa che è prima in Italia e al secondo posto in Europa per numero di reti realizzate. Da una parte c'è la voglia spasmodica di Lautaro Martinez di giocare e aumentare il bottino personale, evidenziata forse in modo troppo eccessivo ma immediatamente archiviata, e dall'altra la volontà di Lukaku di interrompere il digiuno durato 6 partite (una in panchina) per prepararsi al meglio alla sfida contro la Juventus. Tutto questo a obiettivo raggiunto da 11 giorni.

L'Inter continua a tritare gli avversari in campo, lo spogliatoio si conferma unito. Toccherà a Zhang sciogliere le riserve sul futuro societario a stretto giro, ma intanto la squadra nerazzurra continua a rispondere sul campo (e fuori, come dimostra il chiarimento immediato tra Conte e Lautaro). La volontà è chiara: iniziare un nuovo ciclo vincente agli ordini di mister Antonio Conte.

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