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L’Inter studia la ricetta anti-Juve. Inzaghi batterà su un tasto in particolare

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La vittoria con lo Sheriff ha ridato entusiasmo all'Inter, ma ora arriva la Juventus e non si può concedere tanto ai bianconeri

Andrea Della Sala

La vittoria in Champions contro lo Sheriff ha ridato entusiasmo in casa Inter, dopo la bruciante sconfitta in casa della Lazio. I tre punti di martedì hanno anche ridato speranze di passaggio del turno alla banda di Inzaghi che ora è chiamata alla prova Juve.

"Che la macchina Inter sia a trazione anteriore, l’hanno ormai capito tutti. Tutti, sì. Anche gli avversari. Tanto che Simone Inzaghi, dopo lo Sheriff, è andato dritto al cuore del problema: «Dobbiamo migliorare. Soprattutto, dobbiamo capire quando attaccare, perché abbiamo preso delle ripartenze pericolose». È il Problema con la P maiuscola. La macchina da guerra corre gioiosamente in avanti, ma cosa accade quando di fronte capitano avversari che delle ripartenze fanno un credo? Bruno Souza e Traore sono onesti e interessanti mestieranti provenienti dalla Transnistria. Domenica però a San Siro arriva la squadra laureata in contropiede, con l’allenatore che potrebbe scrivere un trattato scientifico sul tema. La Juventus, questa ultima Juventus, fa del baricentro basso e dell’attacco negli spazi la sua religione. Di qua c’è Inzaghi che dice «dobbiamo capire che le partite si possono vincere anche 1-0», di là c’è chi all’1-0 s’è abituato per bene (ieri sera l’ultimo esempio)", spiega La Gazzetta dello Sport.

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"E allora serve qualche modifica, qualche correzione all’ingranaggio, negli uomini e nei movimenti. Non è sfuggito due giorni fa a San Siro come il vice di Inzaghi, Massimiliano Farris, dopo il gol del 2-1 si sia sbracciato con i giocatori dell’Inter, chiedendo calma, ragionamento, senza la continua ricerca di ritmi alti. Ecco, è questo il primo tasto su cui batterà Inzaghi da oggi (ieri giornata di riposo ad Appiano). La gestione del pallone: è qui che deve crescere l’Inter. Martedì qualcosa si è visto, ma solo nella parte finale, solo dopo il 3-1, quando anche gli avversari avevano ormai mollato la presa. L’Inter, dall’inizio della stagione a oggi, è sempre parsa una squadra obbligata ad andare a mille all’ora, alla continua ricerca dell’area avversaria. Se è vero che Inzaghi chiede una partecipazione offensiva a tutti i suoi uomini, lo è altrettanto che l’allenatore domandi ai suoi di saper riconoscere i momenti della partita, quando è giusto rischiare e quando invece meno. Perché anche l’Inter ha giocatori in grado di far male all’avversario in contropiede. E ogni tanto non sarebbe male sfruttare quest’arma. La Lazio di Inzaghi, nelle sue migliori espressioni, era formazione che sapeva alternare possesso palla con i piedi buoni a centrocampo e invece baricentro più basso e attacco alla profondità con Immobile-Correa. All’Inter questo mix manca ancora", analizza il quotidiano.

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