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Lautaro, 1 gol nelle ultime 12 in Champions. Leader dell’Inter? Così non basta

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I numeri condannano l'attaccante argentino: l'Europa rimane indigesta, non basta essere decisivi in Serie A

Fabio Alampi

Decisivo e letale sotto porta in campionato, fantasma in Europa. Ancora una volta Lautaro Martinez non è riuscito a prendersi le luci della ribalta sul prestigioso palcoscenico della Champions League, dove è a secco da più di un anno. Contro un avversario nobile come il Real Madrid, in uno stadio iconico come il Santiago Bernabeu, in una gara che poteva consegnare all'Inter il primo posto nel girone, l'attaccante nerazzurro non è riuscito a incidere, sprecando l'ennesima occasione per mettersi in mostra a livello internazionale.

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I numeri non mentono

A inchiodare l'attaccante argentino ci sono i numeri: il Toro ha chiuso ieri il girone di Champions League con un desolante "0" alla casella dei gol segnati, il tutto giocando tutte e 6 le partite da titolare. E ancora: Lautaro è andato in rete solamente una volta nelle ultime 12 gare europee. L'ultima gioia risale a più di un anno fa, quando fece centro proprio contro il Real Madrid nella sconfitta per 3-2 della scorsa stagione. Nello stesso periodo, in campionato, 25 gol in 52 presenze, praticamente uno ogni due gare. Una differenza troppo evidente per non essere sottolineata. E dire che, nella stagione 2019/20, l'Europa sembrava essere il suo giardino di casa: ben 5 i suoi centri nella fase a gironi di Champions League, a cui aggiungere la doppietta in semifinale di Europa League. Da lì, il buio.

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Serve di più

Appare evidente che serva fare di più. A maggior ragione per uno che ha deciso di sposare il progetto nerazzurro in tutto e per tutto, legandosi al club con un contratto pluriennale con la chiara intenzione di diventarne un simbolo, dentro e fuori dal campo. Intendiamoci, nessuno sta minimamente pensando di mettere in discussione le qualità di un ragazzo che, a soli 24 anni, ha già vinto uno scudetto con l'Inter e una Copa America con l'Argentina, entrambe da protagonista, venendo universalmente riconosciuto come uno dei talenti più luminosi del calcio internazionale. Ma è altrettanto chiaro che, se vorrà fare un ulteriore salto in alto, deve fare di più. Per se stesso e per l'Inter.

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