Archiviato il biennio tarato Antonio Conte, concluso con la conquista dello scudetto, l'Inter ha deciso di ripartire da Simone Inzaghi. Una scelta, quella della dirigenza nerazzurra, che ha come tratto distintivo la continuità tattica: entrambi i tecnici, infatti, negli ultimi anni si sono "specializzati" nell'utilizzo del 3-5-2. Stesso modulo, ma interpretato in maniera diversa: La Gazzetta dello Sport evidenzia le principali differenze tra i gioco di Conte e quello di Inzaghi.
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Stesso modulo, tante differenze: Inter, come cambia il 3-5-2 da Conte a Inzaghi
I nerazzurri ripartiranno dal sistema di gioco della scorsa stagione, ma con un'interpretazione molto diversa
Schemi, libertà e costruzione
"Il primo punto, di natura teorica ma essenziale nella costruzione del discorso, è quello relativo alla "libertà" individuale. E la differenza tra Conte e Inzaghi è già enorme. Tradotto: il tecnico salentino è il maestro nel creare combinazioni codificate tramite un martellamento costante in allenamento e partita, le giocate delle sue squadre sono facilmente riconoscibili qualunque sia il contesto in cui opera l'ex allenatore della Juventus; il piacentino lascia maggior spazio all'iniziativa del singolo, con principi chiari ma non incanalati sempre nei medesimi binari.
L'Inter di Conte giocava molto nella propria area di rigore, e nei pressi di questa, con un intento chiaro: allungare le maglie avversarie per sguinzagliare Lukaku, Lautaro Martinez e anche Barella, maestro negli inserimenti alle spalle dei centrocampisti avversari. Anche la Lazio di Inzaghi ha sempre cercato di partire con la costruzione dei tre difensori, ma non disdegnando anche la palla lunga qualora non ci fossero le condizioni per uscire da dietro: giocatore chiave in questo senso era Milinkovic-Savic, che in quanto a riferimento per i compagni può essere paragonato a Lukaku".
Attacco e doppio play
"Immobile e Correa, d'altra parte, non sono Lukaku e Lautaro Martinez. Tanto che i movimenti delle punte sono una delle differenze più visibili tra la Lazio di Inzaghi e l'Inter di Conte. La coppia biancoceleste è dinamica e fluida: spesso Correa si è trovato ad agire da trequartista o da regista alto, con Milinkovic-Savic a riempire l'area, e anche Immobile ama sganciarsi dalle maglie avversarie; la LuLa invece è una coppia più statica, che con Conte riempiva l'area appena ne aveva l'occasione e che cercava di non perdere le distanze.
L'Inter non ha un Milinkovic-Savic, mentre Luis Alberto ed Eriksen possono essere paragonati. Qui c'è la somiglianza più forte tra i due sistemi: sia Inzaghi sia Conte hanno optato per il doppio play in costruzione, Leiva-Alberto e Brozovic-Eriksen. Lo spagnolo e il danese hanno imparato a legare i reparti e sono stati preziosissimi nel rappresentare un'alternativa di livello al primo regista: facile pensare che l'ex Tottenham possa ritagliarsi un ruolo importante con il nuovo allenatore".
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