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Fair Play, da luglio 2022 si cambia. Nuova formula: “Spendi quanto puoi permetterti”

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I club si troveranno presto a Nyon per discutere di questo nuovo fair play che avrà sanzioni automatiche per chi non rispetta i limiti

Andrea Della Sala

Dopo essere stato un rigido compagno per tutte i club di calcio, ora il fairplay sembra essere passato piano piano in secondo piano. In molti si chiedono se non sia più in vigore viste le spese folli del Psg o il tentativo del Real per Mbappé, in realtà presto potrebbe cambiare formula. Dallo 'spendi quanto incassi' si va verso lo 'spendi quanto puoi': i club si ritroveranno a Nyon il 9-10 settembre e parleranno di questo Fair Play 2.

"Il salary cap — il tetto agli stipendi — nell’Ue iperliberista non è ammesso. Per cui l’Uefa ricorrerà a un salary cap “globale”, calcolato sul totale di stipendi, commissioni e trasferimenti di mercato. Un club potrà spendere “X”, poi starà a lui decidere le percentuali tra le singole voci. L’Uefa spingerà per un’intesa su due principi chiave: 1) la sostenibilità; 2) la competitività. Tradotto: 1) le spese non possono andare fuori giri; 2) vanno evitate concentrazioni di fenomeni tipo quella del Psg. Il progetto non è ancora definitivo, gli stati generali servono per negoziare. Ma ci sono punti fissi. 1) Le tre voci di spesa: salari, commissioni agenti, mercato. 2) I controlli spostati dalle spese passate a quelle correnti, per evitare vecchi paradossi irrisolvibili. Esempio? Un club spendeva troppo nel 2020, i controlli (e le eventuali punizioni) arrivavano nel 2021, ma intanto quel club “fuorilegge” aveva vinto campionati e coppe. Non dovrebbe succedere più", spiega La Gazzetta dello Sport.

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"Ora quello che tutti vogliono sapere: quante spese può permettersi un club? Per mercato, agenti e stipendi, l’Uefa è orientata a concedere non più del 65-70% dei ricavi. Il primo anno la percentuale potrebbe essere più alta, per arrivare gradualmente a regime in due/tre anni. Gli aumenti di capitale saranno ammessi come adesso, estesi a investimenti prima proibiti (tipo marketing) ma mai per le tre voci. Visto così, sembra quasi il “vecchio” Fair Play: più incasso, più spendo. Servono quindi contromisure per evitare il cristallizzarsi della situazione: sanzioni e divieti. Qui sta la vera rivoluzione: le sanzioni saranno automatiche e progressive. Più sfori (in milioni spesi e in anni consecutivi), più paghi. E sai già cosa ti aspetta, perché la griglia di multe sarà fissa e non si presterà più a interpretazioni giudiziarie o a dietrologie. Le multe devono essere molto pesanti, per dissuadere. Prendiamo un club che ricava 500 milioni: può spendere fino al 70%, cioè 350, ma ne sborsa 400, sforando di 50. Ebbene: su questi 50, pagherà una multa tra il 50% e il 100% (tra 25 e 50 milioni). E più sfora più aumenta la percentuale della multa".

"Insomma, al salary cap (tetto alle spese) si aggiunge una luxury tax progressiva (multa). Questi soldi saranno poi redistribuiti tra i altri club, ma il rischio è che ognuno incassi spiccioli. Per restituire competitività ai tornei servono anche sanzioni sportive e divieti. 1) Sanzioni. Si parla di riduzioni nella lista, penalizzazioni di punti, ma è ancora tutto da vedere. Su una cosa l’Uefa non negozia: l’esclusione dai tornei nei casi di frode e recidiva. 2) Divieti: si interverrà sui prestiti, sarà vietato controllare decine (centinaia) di giocatori e trasferirli tra club della stessa proprietà. I prestiti saranno ammessi solo per i giovani. L’obiettivo è l’entrata in vigore dal 1° luglio 2022, senza effetti retroattivi. Servirà una norma-ponte per regolamentare questi due anni di “anarchy in Uk” (non solo Uk)", chiude il quotidiano.

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