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Pavard: “All’Inter ottima energia, faremo grandi cose insieme. Tifosi fantastici, io…”

Pavard: “All’Inter ottima energia, faremo grandi cose insieme. Tifosi fantastici, io…” - immagine 1
"Ho raggiunto i traguardi grazie al lavoro, me lo sono meritato ma non è ancora finita", ha detto Pavard a Dazn
Matteo Pifferi Redattore 

Benjamin Pavard si è raccontato a 'New Brothers', nuovo format di Dazn targato Inter TV:

"Come è nata Benji l'interista? Ne avevo parlato con degli amici. Adoro la musica italiana e stavo ascoltando quella canzone "Gigi l'amoroso". E mi sono sentito interista, era da tanto che volevo diventarlo. Sono molto contento di far parte del club, che ha dei tifosi meravigliosi. Spero di fare belle cose insieme"

L'inizio

"Mia madre giocava a basket, io giocavo con lei ma con i piedi e così mi ha iscritto subito in una squadra di pallone insieme a mio papà che era il mio allenatore. Ho iniziato a 4-5 anni"


Se non fossi diventato calciatore cosa avresti fatto?

"Il barbiere. Non saprei davvero, ma mi sono sempre piaciuti i capelli. Ma non ci ho mai pensato"

Segui altri sport?

"Adoro il tennis, guardo le partite"

Il tuo primo ruolo in campo?

"Attaccante. Ero il numero 9 come Inzaghi"

Pavard: “All’Inter ottima energia, faremo grandi cose insieme. Tifosi fantastici, io…”- immagine 2

Il giocatore che ti ha ispirato di più?

"Sergio Ramos, anche se quando ero piccolo all'Inter giocavano Zanetti, Cambiasso, Samuel. Anche con Ronaldo, davvero erano una squadra fantastica. Da piccolo li guardavo o li sceglievo alla Play"

Momento difficile

"La mia prima partita da pro con il Lille. Il mio percorso da calciatore è stato sempre facile, ci sono stati momenti difficili ma mi sono sempre rialzato grazie al sostegno della famiglia e delle persone che per me sono importanti. Li ringrazio perché è anche grazie a loro che sono oggi qui a giocare nell'Inter. Come ho superato quei momenti? Bisogna lavorare su se stessi e mai dubitare di sé anche se può sembrare difficile a volte. Ci saranno sempre alti e bassi, bisogna lavorare tutti i giorni"

L'insegnamento più importante ricevuto?

"Da mio papà, mi ha donato il suo pensiero, quello che ho tutt'oggi e non mi dimenticherò mai. Ho la sua mentalità, nel calcio di alto livello è fondamentale"

Soprannome?

"Benji, Ben, Pavardinho, ne ho molti ma quello usato di più è Benji"

Come trascorri il tempo libero?

"Riposo, cerco di passare più tempo con i miei cari. Cerco di essere il più professionale possibile, mangiando bene e bevendo molta acqua. Giochiamo ogni 3 giorni e dobbiamo essere sempre in forma"

Sei appassionato di fitness?

"Anche di yoga"

Anche di musica francese anni 80?

"La suonavano i miei genitori e mia nonna, me l'hanno passata loro, continuo ad ascoltarla. Mi piace lo zouk ma anche la musica spagnola"

Russia 2018

"Nessuno pensava che avrei giocato un Mondiale, neanche io. E' successo tutto in fretta, all'inizio pensavo che non avrei giocato una partita, magari la terza se ci fossimo qualificati prima. E invece ho giocato titolare e segnato all'Argentina un gol fantastico e ho vinto la Coppa, il sogno da bambino"

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A Jeumont, tuo paese natale, ti hanno dedicato un'insegna

"Ero molto fiero di me e per i miei genitori. Leggere 'La città di Benjamin Pavard' non può che fare piacere, spero di continuare a scrivere la mia storia, anche quella della mia città, ci tengo tanto"

Pregio e difetto

"Difetto è che sono testardo, un pregio è che non mi arrendo mai"

Tre caratteristiche per descriverti come giocatore

"Ho un buon posizionamento e sono bravo nei passaggi, ho tanta grinta"

Vita da spogliatoio

"Giochiamo a calcio per far vivere grandi emozioni ai tifosi e a tante persone, è vero che per la vita di gruppo è importante andare d'accordo e che ci sia una buona intesa tra la squadra. Con questa qualità si possono vincere i titoli e anche tante partite. Sono appena arrivato ma c'è già un'ottima energia all'Inter. Sono sicuro che faremo grandi cose insieme"

Nel calcio conta di più talento o determinazione?

"La determinazione, il talento a volte non basta a meno che tu non sia Messi. Sono una persona a cui piace lavorare, ho raggiunto i traguardi grazie al lavoro, me lo sono meritato ma non è ancora finita"

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