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Momenti duri, riscossa azzurra: Sensi ha davanti un esempio per riprendersi l’Inter

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Il centrocampista ha segnato con l'Italia e ha giocato per due gare di fila: in nerazzurro non ha avuto continuità, ma spera in un bel finale

Eva A. Provenzano

Si sono meravigliati tutti. Ma come, si sono chiesti tanti interisti, Sensi in Nazionale gioca e segna pure? Eh sì. È andata proprio così: il centrocampista interista è stato convocato da Mancini per le partite di qualificazione dell'Italia ai Mondiali del 2022 in Qatar. Out nella prima delle tre gare, ha giocato da titolare contro la Bulgaria e ha poi sostituito Pellegrini nella gara contro la Lituania. Ha segnato il gol dell'1-0 e gli interisti a quel punto non sapevano se essere felici o meravigliati.

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Il rendimento

Perché il giocatore arrivava da un momento difficile con l'Inter. In campionato ha collezionato su 27 giornate in Serie A 10 presenze, un totale di 288 minuti (totali con Coppa Italia e CL 329 minuti). La stagione è stata influenzata da infortuni. Ad ottobre, dopo l'espulsione rimediata con la Lazio, aveva saltato il derby e poi era finito in infermeria per un problema muscolare che lo ha tenuto fuori un mese. Conte voleva mandarlo in campo da titolare nella gara contro la Fiorentina in Coppa Italia ma all'ultimo minuto aveva dato forfait.

Da quando è rientrato fino a metà febbraio è rimasto in panchina 7 volte su 14 e nelle restanti sette partite ha collezionato 180 minuti. Poi un altro affaticamento muscolare lo ha tenuto fuori dai giochi contro il Milan e contro il Genoa. Infine altre tre panchine, zero minuti con la maglia dell'Inter. Nella gara contro il Torino l'allenatore ha mandato in campo Vecino, non lui. Sembrava un messaggio chiaro rivolto al centrocampista chiamato a recuperare il ritmo e a rimettersi in pari.

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Proprio per tutte le volte che non è stato in campo, la sua convocazione in Nazionale aveva destato stupore e pure un po' di preoccupazione tra i sostenitori nerazzurri. Perché Conte aveva parlato non solo di fragilità muscolare ma anche, in un certo senso, di una fragilità psicologica, dovuta ai tanti problemi fisici. «Stiamo cercando di proteggerlo per fargli trovare fiducia», aveva detto a metà gennaio il tecnico. Dimostrando una certa stima nei suoi confronti. Con altri, vedi Sanchez, aveva inviato altri tipi di messaggi. Modi diversi di spronare, in sostanza, dal manuale dell'allenatore pugliese. Ma nonostante la stima, Sensi non ha trovato continuità. Ma il tecnico ha avuto le sue motivazioni.

Ora sa che è il momento di dare risposte a chi lo ha atteso. E forse quel gol in Nazionale è un segnale. Alla fine della partita ha detto: «Il ritiro e le settimane in nazionale mi sono servite mentalmente e fisicamente. Ho lavorato sopra i problemi e cerco di essere pronto e disponibile soprattutto».

Mister Conte ci spera. Come i tifosi interisti che hanno sempre intravisto in lui qualcosa di buono. C'è chi lo chiama Sensinho. Perché a volte, con le sue giocate, quelle di chi vede le cose prima di tutti gli altri, ha saputo illuminare il centrocampo nerazzurro. Ha caratteristiche diverse dagli altri suoi compagni. Potrebbe essere un'ottima alternativa a Brozovic, insieme a Barella ed Eriksen. Proprio il danese sembrava non riuscire a trovare più spazio nelle gerarchie di Contee in un attimo si è preso tutto. Sensi ha davanti un esempio. E qualche mese ancora per prendersi il suo spazio nell'Inter. Chissà che alla fine non possano arrivare minuti, continuità, un senso nuovo a questa sua stagione che aspetta solo una svolta per puntare al lieto fine.

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