Ecco la vera Inter di Antonio Conte. Chi la guarda non si aspetta possesso palla, calcio champagne o cose del genere. Ma sacrificio, corsa, ferocia e determinazione. La squadra contro un Sassuolo ancora imbattuto è entrata dal primissimo minuto concentrata e consapevole di ciò che andava fatto. Contrariamente a quanto visto nelle ultime due uscite contro Torino e Real Madrid, nelle quali l'approccio è stato completamente sbagliato: corretto contro i granata, quasi impossibile da correggere, visto l'andamento della gara, contro i Blancos. A chi dunque chiedeva, lecitamente, risposte dopo la notte di Champions, eccole: una delle migliori, se non la miglior Inter della stagione, e prova da grande squadra. E forse giocare e vincere contro il Sassuolo, una delle compagini più in forma del momento, può aver dato quella scossa necessaria per svoltare una stagione che può regalare grandi soddisfazioni.
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Ecco la vera Inter, un anno dopo Praga. Marotta, una domanda. E c’è un grande elogio da fare
L'analisi di FcInter1908.it su quanto visto ieri al Mapei Stadium
UN ANNO DOPO
Non è un caso che questa vittoria sia arrivata un anno praticamente esatto dopo Slavia Praga-Inter, forse una delle partite più emblematiche dell'era Conte e uno dei picchi più alti della sua gestione (seguito poi dalla gara con la Spal che portò i nerazzurri al primo posto temporaneamente). Lì ci fu tutto quello che il tecnico può trasmettere in termini di fame e gioco, con Lukaku e Lautaro irrefrenabili e trascinatori. Una notte in cui addirittura il mister interruppe un'intervista del belga per fargli i complimenti, tra risate ed entusiasmo. Oggi si è rivista l'organizzazione pragmatica del tecnico, la capacità di colpire quando necessario, quella voglia e quel fuoco. E' questo il percorso che l'Inter deve seguire. Non è necessario andare a prendere l'avversario nella sua area per poi rischiare di subire ripartenze killer. Non è necessario nemmeno tenere in mano il pallino del gioco per 90 minuti se poi il bottino che porti a casa non è quello pieno. Ecco quindi che ad un grande allenatore come Antonio Conte si chiede semplicemente di portare il suo calcio e di continuare l'ottimo lavoro purtroppo interrotto la notte del 21 agosto.
L'ELOGIO DA FARE
Nella prova pressoché perfetta del Mapei Stadium, c'è da rivolgere i complimenti ad un giocatore particolare: Matteo Darmian. L'esterno dell'Inter aveva di fronte il peggior avversario possibile, vista la tecnica e la capacità di salutare l'uomo di Boga: ma l'ex Parma, autore anche dell'assist per il 3-0 di Gagliardini, non ha sbagliato un intervento in fase difensiva e anche all'88', a risultato acquisito, ha murato una conclusione del giocatore del Sassuolo, uscendo poi stremato. Grandi applausi per l'acquisto estivo arrivato più in sordina e con meno aspettative: probabilmente oggi, tra i nuovi, è quello con il rendimento migliore. Hakimi e Vidal, nonostante l'ottima prestazione di quest'ultimo di Reggio Emilia, prendano appunti.
DOMANDA SPONTANEA
Interpellato per l'ennesima volta sul caso Eriksen, entrato anche oggi per pochi minuti a risultato acquisito, Beppe Marotta ha risposto così: "Capita che magari ci siano dei giocatori che risultino poi non essere funzionali al gioco. A gennaio abbiamo colto un’opportunità di mercato, acquistandolo per 20 milioni". La domanda sorge dunque spontanea: non era forse meglio, lo scorso gennaio, spendere quella cifra per un rinforzo in attacco, peraltro chiesto a gran voce da Antonio Conte (vedi Giroud)? E non sarebbe stato più utile andare poi a girare il tesoretto restante per un centrocampista funzionale? Col senno di poi è tutto più facile e chiunque avrebbe fatto mille volte la stessa scelta dell'Inter: evidentemente la considerazione da parte del tecnico del giocatore è cambiata nel corso dei mesi. Ciò non sposta comunque di un centimetro il giudizio sul giocatore: grande talento, probabilmente nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. Un vero peccato.
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