Con Gasp due momenti.
—«All’Inter feci il ritiro con lui, prima di andare al Napoli, e non lo consiglio a nessuno: un lavoro che ti distrugge fisicamente, anche se poi dopo ti ripaga. Poi un campionato al Genoa. La fortuna di qualsiasi attaccante è di essere allenato da uno come lui. Si capiva che aveva qualcosa di speciale e si vede: ti cambia la vita».
Mentre lei e il suo Napoli avete «cambiato» Conte.
—«Questa non la capisco».
Novembre 2011, stadio San Paolo, quando nasce la rivoluzione contiana con il 3-5-2.
—«Vero! Mi era sfuggito il pretesto. Doppietta mia, sembriamo in controllo sul 3-1, i frutti di quel mutamento si vedono nella ripresa, finisce 3-3, mi pare che a pareggiare fu Pepe, nel finale».
Le pare bene.
—«Conte è una garanzia, come Simone e come Gasperini. Io non ho difficoltà a sbilanciarmi: questo scudetto se lo giocheranno Atalanta, Inter e Napoli, in ordine alfabetico, hanno qualcosa più delle altre ed hanno allenatori che incidono».
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