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Ranocchia: “Inter una famiglia. Conte lo conosciamo. Gasperini? Una volta mi disse…”

Ranocchia: “Inter una famiglia. Conte lo conosciamo. Gasperini? Una volta mi disse…” - immagine 1
L'ex difensore nerazzurro ripercorre la sua carriera, dagli inizi ad Arezzo alla decisione di ritirarsi a Monza
Fabio Alampi Redattore 

Andrea Ranocchia, ex difensore dell'Inter, ha partecipato a una serata organizzata dall'Inter Club dell'Istituto dei Tumori di Milano. Tanti i temi toccati, raccolti da QS: "Si smette di giocare quando si finisce di divertirsi. Ma se lo fai consapevole di aver dato tutto è più semplice da accettare. Io non finirò mai di ringraziare Adriano Galliani per l'ultima possibilità concessami, i suoi messaggi non li dimentico. A conferma che ho avuto la fortuna di conoscere uno dei più bravi dirigenti della storia del calcio italiano".

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"All'inizio giocavo da centrocampista, poi un allenatore decise di mettermi difensore centrale. Conte? Ero nelle giovanili dell'Arezzo, avevo 17 anni. Lui allenava la Prima Squadra in Serie B. Una sera mi chiama: "Ragazzo preparati, giochi titolare sabato. Ci penso io a farti fare i lcontratto". Ma ai ragazzi dico: non illudetevi, non è facile arrivare così in alto. Io sono stato fortunato. A Bari con Conte facevo coppia con Bonucci: tutti dicevano che ero io il più forte dei due, ma alla fine Leo ha dimostrato di essere il migliore. Lo dice la sua carriera. Conte lo conosciamo tutti: grandissima cultura del lavoro e carisma che ne fanno un vincente. Il difetto? Forse a volte un po' duro nella gestione del gruppo, ma gli allenatori più bravi sono così".


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"L'Inter? Arrivai dopo il Triplete, neppure me lo sono goduto... (sorride, ndr). Trovai compagni straordinari che mi fecero sentire subito in famiglia, a cominciare da Milito. Gli avversari più tosti da marcare? Ibrahimovic e Higuain. Ma Miccoli è quello che mi fece ammattire il primo febbraio del 2012: Inter-Palermo 4-4, lui fece tripletta. Per me una serata da incubi. I compagni all'Inter? Handanovic il più serio, un esempio per tutti. Brozovic il più divertente, un mattacchione. Uno con cui ho avuto prolemi? C'è ma non si dice (altra risata). Gasperini? L'ho avuto per poco, ma quando eravamo al Genoa mi disse di marcare Sneijder anche se fosse uscito per andare in bagno. Il Mancio resta nella storia, per Spalletti il discorso è diverso: diciamo che in questo ciclo vincente dell'Inter lui ha scavato la buca, Conte ha messo i primi mattoni e Inzaghi ha finito di costruire il palazzo che oggi è sotto gli occhi di tutti.

Il mio modello? Ero estasiato da Nesta. Non riuscii ad incontrarlo quando ero ad Arezzo, l'ho affrontato col Bari a San Siro. Con gli occhi seguivo ogni suo movimento, per me è stato il più bravo di tutti. Scudetto? Lotta fra Inter, Napoli e Atalanta. La Juventus per ora è solo un progetto".

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