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Bergomi: “Sempre detto che l’Inter non era la più forte, mi attaccavano. Su Inzaghi out…”

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Le parole dell'ex capitano: "Mancano tre mesi, ognuno si prenda le proprie responsabilità, anche i giocatori"

Marco Astori

Intervenuto ai microfoni del canale YouTube di Gian Luca Rossi, Beppe Bergomi, ex capitano dell'Inter, ha parlato così del momento dei nerazzurri dopo la sconfitta contro la Juventus e non solo: "Rispetto ad altre volte, quello che è successo in Inter-Juve l'ho accettato: dobbiamo guardare la prestazione, è la cosa più importante al momento. La Juventus per noi è complicata, si difende molto bene e noi sappiamo le nostre difficoltà ad attaccare una difesa schierata: abbiamo una rosa imperfetta e i dati ci dicono che saltare l'uomo è molto difficile. Poi la Juve riparte bene: la analizzerei così lasciando da parte l'episodio. L'Inter arrivava dalla qualificazione: ora bisogna ritrovare compattezza, unione d'intenti e recuperare tutti i giocatori perché ci aspetta un tour de force.

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D'Ambrosio è il giocatore che hai sempre: mi spiace sia andato oltre le righe. Sappiamo come l'Inter abbia avuto difficoltà dietro soprattutto in trasferta: ha preso gol evitabili come a Bologna, una squadra matura porta a casa lo 0-0 e non perde. Lì ci sono margini di miglioramento, è importante compattarci: i gol li facciamo, ma la squadra deve stare molto attenta dietro. Ma portando tanti giocatori oltre la linea della palla subisci dei contropiedi, oppure dei posizionamenti non fatti bene ti costano la partita.

L'episodio in Inter-Juve? Quando ero capitano - prosegue Bergomi -, c'erano arbitri che non volevano il dialogo e ti ammonivano, altri invece come Trentalange che ti spiegavano: se c'è un dialogo, lo accetti. La sensibilità dell'arbitro può fare la differenza: in Juve-Samp l'arbitro doveva capire che Rabiot non ha esultato e ha guardato subito il guardalinee per capire se ci fosse qualcosa. Io capisco che con l'Inter non c'è la certezza, mi fido anche di Rocchi: ma in un mondo tecnologico di alto livello, non avere la certezza su una giocata del genere, non va bene.

Inter Inzaghi

Inzaghi? In questi due anni sono andato controcorrente, tutti valutavano l'Inter come la migliore e io mi sono preso anche situazioni negative. L'Inter non è una squadra europea perché il calcio di oggi è fatto di accelerazioni e cambi di passo, questa squadra non ha questi giocatori: può diventarlo se usi Lukaku in modo diverso, come faceva Conte. Invece questa squadra costruisce gioco ed è diverso: non sfrutti le sue caratteristiche al 100%.

Inzaghi nelle partite decisive c'è sempre stato: le coppe le ha vinte con Milan e Juve, sono importanti vista la rivalità, e questo è un merito. L'Inter sul mercato poi si è impoverita: mancano tre mesi, ognuno si prenda le proprie responsabilità, anche i giocatori. E' il momento di compattarsi. Barella è un leader: in Supercoppa Theo dopo 4 minuti gli dà una spallata e lo butta contro i tabelloni, lui si gira e gli dà una pacca sulla spalla. Vuol dire che è centrato. Lui nelle sue prestazioni tira dietro tutta la squadra: non deve essere insofferente.

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I giocatori si prendano le loro responsabilità: c'è il tempo per recuperare e stare nelle prime 4. E mai come quest'anno c'è la possibilità di arrivare in fondo in Champions. Quando mi dicono che prima o poi devi incontrarle tutte, non è così: se hai un sorteggio favorevole, vai avanti. Il Benfica è forte, sulla carta dico 55-45 per loro: ma è un sorteggio buono, te la puoi giocare. Poi se passi giochi con un'italiana: sono complicate, ma pensa di là cosa c'è. Ecco perché dico di stare uniti, remare nella stessa direzione e guardare avanti: questo io chiedo. Io dico, in Champions perché no? Però dobbiamo tornare ad essere squadra: non importa il nome sulle spalle, ma lo scudetto che hai sul cuore. Bisogna azzerare tutto e pensare allo stemma che hanno sul petto: così puoi andare oltre l'ostacolo.

Poi se l'avversario è stato più bravo, gli dai la mano, però hai dato tutto. Se facciamo così, secondo me abbiamo una possibilità in Champions. Inzaghi? Sono situazioni che deve valutare la società: sono loro che vedono il lavoro e quello che riesce a trasmettere ai giocatori: noi possiamo solo valutare attraverso le partite. Poi l'Inter, nonostante le 9 sconfitte, ha 5 punti in meno dell'anno scorso, non sei staccato: so anch'io che una volta che batti il Napoli, a Monza devi portarla a casa e non devi perdere con Empoli e Bologna. Quelle partite dovevano darti il vantaggio perché ora hai tutte partite complicate. Poi valuteranno loro: bisogna capire poi cosa può fare la società", ha concluso lo Zio.

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