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Repubblica – Juve-Inter, gara da un miliardo e specchio dell’Italia. La Lega ha provato…

Il giornale parla del Consiglio dei ministri di ieri e della possibilità di rinviare la partita. E di tutto il caos attorno al derby italiano

Eva A. Provenzano

Juve-Inter specchio d'Italia. In fondo si chiama derby d'Italia non a caso. Ma Crosetti, su La Repubblica, la definisce così per motivi particolari: "Un posto vuoto, isolato e forse desolato. Uno stadio senza spettatori, dentro un paese senza certezze. Un buco con la paura intorno. La partita dello scudetto (ma la Lazio non è mica d’accordo): scapoli contro appestati?". Anche il noto quotidiano parla del Consiglio dei ministri di ieri e della possibilità, difficile, che le gare vengano rinviate. Difficile perché poi non ci sarebbe il tempo di recuperare questa giornata e anche le altre rinviate settimana scorsa, come Inter-Samp.

C'è attesa per l'incontro di oggi, ma salvo colpi di scena la gara dovrebbe essere giocata a porte chiuse. Porte aperte in questo caso per i giornalisti e i fotografi che però non saranno a bordo campo ma in tribuna. Quella delle porte chiuse è una decisione criticata dal giornalista: "Duecento paesi nel mondo vedranno che l’Italia è un lazzaretto o almeno lo penseranno, col cavolo che gli stranieri verranno qui nei prossimi mesi. Non mancano i paradossi: e se un torinese che non può vedere Juve- Inter, magari dopo avere comprato un biglietto che non sarà rimborsato, decidesse di andarsene in gita a Napoli oppure a sternutire al Colosseo? Quello potrebbe farlo".

Si tratta di una partita da un miliardo di euro di fatturato. E' il duello Exor-Suning e ancora non si sa se bisognerà guardarla in tv ma solo per chi la pay-tv ce l'ha. Non andrà in chiaro. "A un certo punto, la Lega Calcio ha provato a vietare la conferenza stampa dopo il match, chiedendo a Juventus e Inter di chiedere a loro volta ai giornalisti in tribuna una lista di domande per Sarri e Conte: insomma, una conferenza stampa senza la stampa. Avevano paura di essere contagiati da qualche redattore untore, o che qualcuno domandasse a Conte se è vero che lui è un simbolo della Juve, come ha appena detto Andrea Agnelli?", si legge nello stesso articolo.

(Fonte: La Repubblica)

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