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Dzeko: “Posso dare tanto all’Inter. Inzaghi perfetto, contento sia rimasto Lautaro”

Dzeko: “Posso dare tanto all’Inter. Inzaghi perfetto, contento sia rimasto Lautaro”

Intervistato da Dazn, il nuovo attaccante dell'Inter Edin Dzeko ha parlato della prima a San Siro, ma anche di mister Inzaghi

Andrea Della Sala

Intervistato da Dazn, il nuovo attaccante dell'Inter Edin Dzeko ha parlato della prima a San Siro, ma anche di mister Inzaghi che lo ha voluto in nerazzurro:

SAN SIRO - "Ero anche un po' nervoso, che non è da me. Ho giocato tante partite nella mia carriera, con il club e con la Nazionale, normalmente non sono nervoso. Vedendo i tifosi fuori, ho chiesto ai ragazzi quanto potevano entrare... Non era la prima partita a San Siro, ma era la prima in casa. Quando siamo andati nello spogliatoio, andavo verso gli ospiti e Perisic mi ha detto di andare dall'altra parte. C'era mia madre allo stadio e anche altri due amici, poi vedevo lo stadio così bello, ora posso dire che è casa mia. In futuro voglio fare tanti gol e tante cose belle per l'Inter". 

GOL - "Il gol? Lo cercavo anche perché era la prima partita. Quando fai subito gol fa un grande effetto. Negli ultimi 30' avevo i crampi, il mister mi chiedeva come stavo e gli rispondevo di lasciarmi in campo. Poi è andata com'è andata, ho fatto gol e mi sono rilassato".

LUKAKU - "Lukaku negli ultimi due anni ha fatto grandi cose qui. Bisogna dirgli grazie, ha fatto veramente bene, non mi piace guardare indietro, preferisco guardare il futuro. Ora conta solo l'Inter e fare bene. Conosco le mie possibilità e le mie qualità e so cosa posso dare e sono sicuro che posso dare tanto a questa squadra". 

LAUTARO - "Se facciamo come al City col Kun e Tevez è la strada giusta. Lautaro grande giocatore, molto giovane, ha 24 anni... I giocatori forti servono all'Inter, sono contento sia rimasto nonostante abbia avuto qualche offerta importante. Significa tanto per il club".

SOPRANNOME - "Ho visto che negli ultimi giorni era di più il cigno di Sarajevo, conta quello che fai in campo. Poi i tifosi possono scegliere". 

NUMERO - "Non ricordo chi mi ha dato il numero 9. All'inizio ero un esterno, però facevo sempre gol. In Repubblica Ceca, in Serie B, il mister mi ha fatto fare il numero 10 e mi ha detto che dovevo correre di più e sono arrivato in Serie A. La visione di gioco arriva anche da lì. Usare destro e sinistro è un vantaggio". 

MISTER - "Inzaghi? Me lo aspettavo così. Ho sentito tante belle cose dai giocatori che allenava. Visto il gioco che faceva alla Lazio ero sicuro che era perfetto per me. Mi sono divertito molto nei 90' contro il Genoa e i 45' con la Dinamo. Ho capito che è una squadra forte e che vuole giocare a calcio bene. Settimo anno in Italia, da piccolo guardavo il calcio in Italia, volevo venire qui e imparare la lingua. Sono contento, posso dare ancora tanto. I dirigenti e il mister dell'Inter hanno visto questo".

ROMA - "Roma per me rimane un pezzo di cuore. Siamo stati sei anni insieme, i tre miei figli sono nati a Roma, sarà sempre casa loro. Ho ricordi belli, il post è una cosa che viene naturale. Tifo sempre per i miei ex compagni. Sei anni importantissimi per me". 

VERONA - "Mi ricordo che col Verona non ho giocato, non per scelta mia. Spero di giocare e vincere quest'anno. Non penso a quello che è successo. Vogliamo fare bene e continuare questo percorso iniziato contro il Genoa. Dumfries aiutato da De Vrij? Beh Alex ha fatto un pochino...".

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