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FCIN1908 – Integration Heroes Match, Eto’o: “Ecco l’idea. Pazzo come la mia Inter”

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Oggi a Milano la presentazione dell'Integration Heroes Match promosso da Samuel Eto'o

Daniele Vitiello

Un match in favore dell'integrazione. E' questo il progetto promosso da Samuel Eto'o, ex campione dell'Inter e non solo, per puntare i riflettori su un tema che finora forse non è stato affrontato con la giusta attenzione. Molti volti noti del mondo del calcio, calciatori che hanno fatto sognare il mondo intero, saranno presenti con i camerunense il prossimo 23 maggio al Meazza (biglietti in vendita da oggi su Vivaticket). Oggi, invece, la presentazione all'hotel Sheraton di Milano con Bruno Cerella e Lorenzo Casini, presidente della Lega di Serie A. Queste le parole, raccolte dall'inviato di Fcinter1908.it.

Prende parola Eto'o: "E' un piacere rivedere tante persone, sono contento di prendere questa iniziativa con voi. Conoscete la mia vita meglio di me stesso, mi avete visto giocare in tanti campi e avete scritto pagine della mia storia. Questa partita doveva essere organizzata due anni fa, non è stato possibile per la pandemia, ma siamo pronti per farlo adesso. Sono nato in un continente, ma ho vissuto gran parte della mia vita in un altro continente, l'Europa. Sono una persona fortunata, ma chiunque ha vissuto almeno una volta indifferenza nella vita. Vorrei con questa iniziativa condividere e unire. Farlo tutti gli anni? Io sono disponibile, ma è un discorso che deve riguardare tutti. La prima cosa è venire tutti a San Siro, che io preferisco chiamare Giuseppe Meazza (sorride, ndr)".

Il mio Camerun potrebbe vincere il mondiale?

"Per cambiare il mondo c'è bisogno di un po' di follia. Io sono un pazzo e all'Inter ho sperimentato questa pazzia. Nessuno ad inizio stagione pensava potessimo vincere la Champions League, ma eravamo un gruppo di uomini, guerrieri, e alla fine con un pazzo come Mourinho siamo riusciti con umiltà e dedizione al lavoro. Vorrei creare un sistema simile in Camerun partendo dalla mia follia".

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Da bambino ti sei sentito vittima di qualche forma di discriminazione?

"Da piccolo non conoscevo la differenza tra bianchi e neri, sono cresciuto con una sola idea. In Europa sono rimasto scioccato, perché ero nero ma con molti soldi e quindi mi vedevano come un bianco. La mia integrazione è stata molto più facile. Ora mi chiedo che responsabilità ho in questa società adesso. Devo trovare il modo migliore per parlare alla gente e un calciatore non conosce un modo migliore che attraverso un campo di calcio. I tifosi verranno allo stadio per vedere tanti campioni, ma dovranno essere consapevoli che quei calciatori sono lì per un  motivo".

Cosa hai imparato a scuola sull'educazione?

"La scuola è importante, ma la migliore forma di educazione è in casa. I bambini ripetono quello che ascoltano in casa. Invito tutti i genitori a venire al campo, perché hanno un ruolo ancora più importante degli insegnanti. Sarà un momento non solo di calcio, ma di condivisione di valori legati anche allo sport".

Dopo l'ex campione nerazzurro è il turno di Lorenzo Casini, presidente di Lega Serie A. Questo il suo intervento: "L'integrazione? Siamo in un punto migliore del giorno precedente, ma peggiore di come può essere. E' un percorso che è stato intrapreso anche nel Regno Unito, dove hanno fatto tanto, partendo da una situazione anche peggiore. Ringrazio Eto'o, c'è un dovere di tutti noi di far sì che la scuola sia quel luogo dove si migliora.

La famiglia è fondamentale, ma magari non tutte le famiglie sono in grado di trasmettere determinati strumenti. Questo è il compito anche della politica, nonostante ci sia la percezione sbagliata che sia qualcosa di distante. Il calcio è uno strumento eccezionale. La Serie A ha lanciato quest'anno una campagna per contrastare ogni forma di discriminazione, che prevede una serie di messaggi in campo e sui social. I calciatori hanno indossato magliette con la scritta 'Keep Racism Out', un messaggio forte per contrastare questo problema. Bisogna cominciare dai bambini, prima si fa, meglio è".

La discriminazione riguarda anche la parità di genere.

"Sulla parità di genere l'Italia è più indietro rispetto ad altri Paesi, così come anche altri temi d'integrazione. La Federazione fa un lavoro eccezionale sul calcio femminile, il passaggio al professionismo porta ad una serie di tutele che prima non avevano. Ci sono settori dove l'Italia era in ritardo e si sta facendo moltissimo. La Lega Serie A guarda con estrema attenzione a quello che si sta facendo, con l'auspicio che con un programma serio si possa avere un'unica Lega con una divisione maschile e una femminile".

Cosa si può fare per i bambini?

"In Italia si comincia già dai 10 anni a parlare di tattica, abbandonando forse la dimensione di gioco un po' troppo presto. La Serie A cosa può fare? Tantissimo. Stiamo lavorando con il Ministero dell'istruzione, portando i campioni nelle scuole elementari in modo da trasmettere certi valori, anche come quello del gioco. La vittoria deve nascere in un momento successivo. C'è tantissimo da fare, ma ci sono tutte le premesse per farlo nel migliore dei modi".

Come si può aiutare le società che spesso sono ostaggio delle tifoserie? 

"C'è anche un tema di comunicazione. Negli ultimi 15 anni è stato fatto tantissimo, i dati del DASPO ce lo dimostrano. I fenomeni che avvengono sono sempre meno. Non voglio dire che il problema non c'è, ma le società sono sempre meno in difficoltà perché gli strumenti stanno dando dei frutti. Un'iniziativa che abbiamo pensato è quella di produrre un rapporto che faccia vedere l'evoluzione di questo tema negli ultimi venti anni. Bisogna ovviamente continuare a lavorare".

Bruno Cerella, noto cestista, presente anche lui all'evento, ha parlato del suo progetto Slums Dunk: "Questa iniziativa nasce quando avevo 22 anni e tanta voglia di fare qualcosa per lo sport. Ci ha dato una grande opportunità lo sport e io ho voluto ricambiare in questo modo. Non volevo partire dall'Argentina, il mio Paese, o l'Italia, ma conoscere altre culture. E' diventato un progetto presente oggi in quattro continenti e in dieci anni, utilizzando lo sport come strumento di promozione di valori, abbiamo costruito qualcosa. Sono orgoglioso e fortunato di essere qui con Eto'o, ci rende felici il sostegno di questa iniziativa. Anche noi proviamo a favorire l'inserimento delle donne, in contesti nei quali si vive in condizioni molto precarie. Proviamo a migliorare la vita delle persone attraverso lo sport, che sia in Argentina, in Kenya o in Cambogia".

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