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Inter, Conte nella storia ma ha ancora un’etichetta senza senso sulla testa

Le considerazioni sulla squadra nerazzurra partendo da dati inequivocabili raccolti dalla Gazzetta dello Sport

Daniele Vitiello

I numeri, stavolta più che mai, sono fatti per spazzar via assurde convinzioni. Antonio Conte ha polverizzato il Milan ed è praticamente entrato nella storia dell'Inter per quanto è prolifica la sua squadra. Spiega la Gazzetta dello Sport: "C’è chi ancora piazza l’etichetta di tecnico difensivista sulla testa di Conte, chi ancora resiste sulle proprie posizioni. Ma alle parole non seguono i fatti, i numeri raccontano una realtà completamente differente. Questa Inter, dopo 23 giornate, ha segnato più delle Inter che hanno fatto la storia. La Grande Inter di Herrera? Sempre sotto, anche nell’anno dello scudetto della stella. La squadra dei record di Trap? Sorpassata (e quella chiuse il torneo con Aldo Serena capocannoniere). Roberto Mancini, poi: nel 2006-2007, la prima stagione post Calciopoli, i nerazzurri dopo 23 turni erano persino imbattuti in campionato. Ma segnavano meno".

L'Inter di Conte segna più di quella di Mourinho

Anche il confronto con il totem Josè Mourinho sorride attualmente ad Antonio Conte: "L’ultimo riferimento vincente, José Mourinho: Milito e compagni arrivarono a quota 49, otto centri in meno, ragionando con la media attuale siamo a tre partite di differenza. Per trovare una formazione nerazzurra con un andamento offensivo migliore bisogna tornare indietro di una vita, alla stagione 1950-51, 70 anni fa, con Benito Lorenzi e Stefano Nyers che spaventavano difese in giro per l’Italia. Peraltro, quella squadra lì neppure vinse il campionato", scrive la Gazzetta.

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