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Inter, Marotta ha le idee chiare: “Esonero Inzaghi? Da Appiano assicurano che…”

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Fra oggi e mercoledì, mentre molti calciatori raggiungeranno le proprie nazionali, i dirigenti nerazzurri incontreranno il tecnico per trovare soluzioni insieme

Marco Astori

Saranno giorni di riflessione, questi, in casa Inter dopo la pesante sconfitta subita ai danni dell'Udinese alla Dacia Arena. La posizione di Simone Inzaghi non sembra essere in bilico, ma va al più presto trovata una soluzione per invertire questo trend assolutamente negativo. Si legge su Repubblica: "Ieri, a caldo, non era cosa. Simone Inzaghi era scottato come i suoi giocatori, dopo una sconfitta subita in rimonta da un'Inter dominata da un'avversaria teoricamente più debole e invece migliore in tutto. Succederà in questi giorni. Fra oggi e mercoledì, mentre molti calciatori raggiungeranno le proprie nazionali, i dirigenti nerazzurri incontreranno il tecnico per trovare soluzioni insieme.

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Tradotto: Beppe Marotta non ha intenzione di dare il benservito all'allenatore che quindici mesi fa ha scelto per il dopo Conte. L'ad nerazzurro vuole mettersi a disposizione, come già successo dopo lo 0-2 contro il Bayern Monaco a San Siro, quando prese su di sé (e quindi sul club) l'onere della sconfitta, andando in tv a dire che il sogno della seconda stella è ancora vivo. Se vuole arrivare prima del Milan allo scudetto numero 20, l'Inter deve cambiare rotta. Sorpresa dalle furie di Sottil, ha perso per la terza volta in questo campionato. Di nuovo in trasferta, come contro Lazio e Milan.

Nell'era della vittoria a tre punti, le tre partenze altrettanto brutte portarono sempre all'esonero dell'allenatore. Simoni fu cacciato dopo undici gare nel 1998/99, Lippi esonerato alla prima e rimpiazzato da Tardelli nel 2000/01, Gasperini fu mandato via dopo tre giornate nel 2011/12. Questa volta no, assicurano alla Pinetina. Anche perché in nessuno dei casi citati cambiando allenatore l'Inter raggiunse poi la zona Champions. Ma se l'intenzione è non cambiare Inzaghi, di sicuro Inzaghi qualcosa deve cambiare. A partire dai cambi", conclude il quotidiano.

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