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Materazzi: “Vi racconto quando stavo andando al Milan. Mou? A Madrid gli dissi…”

Le rivelazioni dell'ex difensore nerazzurro

Marco Macca

Intervenuto in una diretta Instagram con un tifoso nerazzurro, Marco Materazzi non si è affatto risparmiato e ha rivelato numerosi retroscena. Incluso quello risalente al 2006, quando stava per lasciare l'Inter per andare al Milan:

POSSIBILITA' MILAN - "A fine carriera non sarei andato né al Milan né alla Juventus. Nel 2006 sarei andato al Milan per orgoglio, perché Mancini non mi vedeva e preferiva altri giocatori e io volevo andare a giocare il Mondiale. Ho parlato con Lippi, che mi ha dato delle rassicurazioni, e poi Facchetti mi disse che non dovevo muovermi. Sarei andato per 3 anni e mezzo di contratto, non sarei andato per soldi. Alla fine mi è andata bene, sono diventato tifoso dell’Inter, ho vinto un Mondiale e un Mondiale per club con l’Inter e sono l’unico della storia dell’Inter. Cosa che non è successa a Matthaus o Oriali, gente che stimo tanto. Lo auguro anche ad altri di altre nazionalità, vorrà dire che l’Inter avrà vinto di nuovo".

FESTA A SAN SIRO - "Siamo tornati alle 6 di mattina semplicemente perché Pandev è stato chiamato all'antidoping dopo la partita di Madrid e per la tensione non riusciva a farla. Altrimenti saremmo tornati prima. Ma è stato più bello, perché ad aspettarci c'erano 60 mila persone.

DIFFERENZE MANCINI-MOURINHO - "Non ci sono grandissime differenze. Sono due persone che sanno comportarsi. Sono esigenti, ma lasciano vivere. Josè veniva da grandi squadre e sapeva cosa voleva. Mancini, invece, sapeva come far stare bene i giocatori. Sono simili nella gestione del gruppo. La differenza è data dalla fortuna e dalla qualità".

COPPA DEL MONDO - "L'ho baciata, picchiata, ho fatto di tutto perché sembrava una cosa irreale, dovevo sentire che non era finta. Una volta che ce l’ha hai voglia di fare tutto perché non ti sembra vero. E' il sogno di un bambino che si avvera".

COSA DISSI A MOURINHO DOPO MADRID - "Se fosse salito sul pullman con noi, non sarebbe più andato a Madrid. Avremmo continuato a vincere, sicuramente in Italia. Lui aveva già fatto la sua scelta prima della finale. Io erano 20 giorni che provavo a convincerlo a restare. Sarebbe voluto restare, ma la sua scelta era professionale e andava rispettata. Ci ha regalato qualcosa di irripetibile. Ci avevo provato fino all’ultimo. Ho detto solo, ‘guarda con chi ci lascerai’. L’anno dopo infatti è stato un anno da dimenticare, abbiamo vinto Mondiale per Club e Coppa Italia ma perché eravamo forti noi, un gruppo incredibile".

ETO'O - "Samuel mi vuole bene come un fratello. Non mi ha mai scritto niente, lui conosce il mio pensiero. Gli avevo mandato un messaggio per dirgli di venire, lui chiese conferma ad Albertini sul mio numero e mi rispose 'arrivo'. Aveva già vinto un Triplete, poi lo stesso con noi. Immaginate la soddisfazione per lui. Lo stimolo era già grande".

MESSI, CR7 O RONALDO? - "Il Fenomeno. Ho avuto l'onore già di spogliarmi insieme a lui. Ti metteva in soggezione, ma era un ragazzo incredibile. Simpatico e alla mano. Lui è l'unico Fenomeno a livello mondiale che non ci ha mai fatto pesare il fatto che lo fosse. Questa era la sua bravura fuori dal campo. Quando era con noi era piacevole da starci insieme. Per gli amanti del calcio solo guardarlo in allenamento era poesia. Purtroppo me lo sono goduto poco. Chiedo sempre a Colonnese: 'Ma com'era'. Mi risponde sempre che era impressionante. Un mistero tra CR7 e Messi. Quando vedo i suoi video ancora mi emoziono".

SAMUEL - "Uno dei più forti. Ci capivamo con uno sguardo. Parlava poco, ma era impossibile oltrepassarlo. Cattivo, veloce, esperto".

SKRINIAR - "Forte e veloce. Sicuramente giocando a 4 ha più punti di riferimento. A tre è differente, perché ti trovi in difficoltà sulle fasce. Ma non c'è allenatore migliore che la possa insegnare rispetto a Conte a livello europeo".

BASTONI - "Mi piace tantissimo. Cattivo, ha piede ed è intelligente. Può essere il capitano del futuro. E' interista, e quello conta".

MILITO - "Una persona umile, un ragazzo tranquillo. Lui faceva gol sempre e ovunque. Ha fatto gol in tutte le partite decisive, tutti noi sapevamo che lui poteva sempre inventarsi qualcosa. Gli avversari guardavano Eto'o, ma spesso c'era anche lui. Sapevi che un gol con lui lo facevi".

PALLONE D'ORO 2010 - "Lo avrei dato a Sneijder, anche perché con l'Olanda è andato in finale al Mondiale".

ADRIANO - "Poteva vincere 2-3 Palloni d'Oro, era devastante. Forte, veloce, potente. Purtroppo sappiamo che basta poco per non farti fare quello che vuoi. La morte di suo padre non lo agevolò. Quel missile a Madrid dissi: 'Ma dove lo hanno trovato questo?'. Ero con Di Biagio e mi sono buttato a terra a ridere, perché non ci credevo".

ADDIO ICARDI - "Ringrazio Icardi per i gol fatti, probabilmente gli ultimi sei mesi non sono stati gestiti bene da entrambe le parti. Sono i risultati che contano, e a oggi la squadra sta facendo un ottimo campionato. Ora è entrata la 'safety car', arriverà la Champions che toglierà energie alla Juve, sarà bello ripartire da zero col campionato. Bisogna credere allo scudetto, a maggior ragione in queste condizioni: vincerà chi sbaglierà di meno".

COPPIA LUKAKU-LAUTARO - "Si completano, è una delle migliori coppie d'Europa anche se manca qualcosina per arrivare al top: Cristiano-Dybala, Benzema-Bale e le altre sono coppie fortissime. Poi c'è Conte, uno dei più bravi, che saprà dire cosa manca per vincere. Per ora ha fatto un grande lavoro, adesso va completato".

RAPPORTO CON LA CURVA - "Io li ringrazierò per tutta la vita, io sono stato adottato da loro: sono uno di loro e odiato da tutti gli altri. C'è un rapporto che va al di là di tutto, è una cosa unica: avrò sempre amore per chi mi ha sostenuto. Ci andròò a vedere una partita lì, lo devo a chi me lo chiede da tanto tempo. Già una gara l'ho fatta, il derby del gol di Milito in diagonale".

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