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Toldo: “Sono interista dentro. Zenga il migliore. Avevo firmato per il Barça…”

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Intervistato da Radio Nerazzurra, l'ex numero uno dell'Inter racconta la sua lunga esperienza con la maglia nerazzurra

Gianni Pampinella

Intervenuto sulle frequenze di Radio Nerazzurra, FrancescoToldo ripercorre i suoi primi passi con la maglia dell'Inter. L'ex portiere arrivò a Milano nell'estate del 2001: "Quella era un'Inter in crescita e programmata per vincere. C'era Hector Cuper e grandi campioni come Ronaldo, Vieri, Conceicao, Materazzi, Zanetti. È sempre stata un'Inter composta da grandi giocatori, combattiva, molto altalenante però abbiamo fatto un campionato strepitoso purtroppo con l'epilogo amarissimo che poi abbiamo capito come girava il vento e il sistema".

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Un portiere da cui ho preso ispirazione?

"Walter Zenga. È stato per noi portieri il simbolo dell'Inter, è l'anima nerazzurra. Ha fatto la storia come Zoff negli anni primi, però Walter è stato un simbolo anche perché si distingueva per il coraggio. Io mi metto dietro a Walter perché è stato il portiere dell'Inter per eccellenza. Io mi sono messo indietro perché la mia è stata una storia differente. Io mi ritengo tifoso dell'Inter, interista dentro e non mi sono mai tirato indietro per la maglia e per il gruppo".

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Essere il portiere più pagato ti ha creato pressione?

n realtà poi è arrivata l'Inter perché il Barcellona avrebbe pagato in 4 rate e l'Inter ha pagato tutto e subito vedendo i bisogni della Fiorentina. Quando ho saputo di questa novità ho detto subito sì e ho detto non mi interessa il guadagno personale. Da avversario sportivo prima, mi chiedevo come mai l'Inter non vincesse nonostante i campioni in squadra. Poi mi mi sono dato la risposta e abbiamo anche trovato la soluzione del caso".

Il momento che ti è rimasto nel cuore?

"Sono tutte le partite legate alle grandi vittorie. Andando indietro i vari scudetti e le varie Coppe Italia. Di gioie mi è rimasto il rapporto con i miei ex compagni, la proprietà, un onore aver conosciuto Massimo Moratti".

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Primi anni costellati da delusioni cocenti.

"Bisognerebbe distinguere un attimo. Da giocatore vorresti vincerle tutte, poi passano gli anni e diventi più riflessivo e saggio e dici: "Cavolo, ne ho vinte tante con l'Inter". Non ho visto un'annata dell'Inter partire tranquilla e arrivare in maniera serena, non è esistita una stagione del genere. Noi i mezzi li avevamo, poi però succedeva di tutto e lo sapeva anche il grande pubblico e poi c'era la reazione del pubblico. Poi di punto in bianco è arrivato il mare calmo e l'Inter ha navigato in buone acque vincendo".

Toldo uno dei migliori portieri della storia dell'Inter?

"Di portieri all'Inter ce ne sono stati di forti, ma credo che Walter Zenga sia stato superiore a tutti quanti, ha fatto annate irripetibili. Però la forma e la maturità che avevo raggiunto, era altissima. A me piace ricordare che ci voleva anche tanta continuità e io ho cercato di darla meglio che potevo. All'Inter non era facile in quegli anni, ne sono successe di tutti i colori anche senza la nostra responsabilità. Nonostante le varie critiche, io l'ho sempre affrontata con onestà sportiva e intellettuale e al massimo delle mie capacità. Sono stato fiero di aver fatto parte dell'Inter. Tornassi indietro rifarei la stessa trafila".

Il futuro?

"All'interno del calcio basta, ho fatto bellissime esperienze, ora mi dedico alla famiglia. Non do per scontato niente, vivo il presente. Ma se dovessi allenare i bambini sarebbe una felicità, ma al momento non ci penso".

(Radio Nerazzurra)