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Van der Meyde: “Droghe, alcol e ragazze, è stato bello. Capisco Sneijder. Solo all’Inter…”

L'ex giocatore ripercorre gli ultimi anni della sua carriera

Gianni Pampinella

In una lunga intervista rilasciata a Voetbal International, Andy van der Meyde ripercorre gli ultimi anni della sua carriera. Dopo 5 anni trascorsi in Inghilterra dove l'ex nerazzurro ha vestito la maglia dell'Everton, van der Meyde torna in Olanda per vestire la maglia del PSV. Lì però non gioca nemmeno 1 minuto in una competizione ufficiale. "Mi allenavo ma non giocavo. Con tutto il rispetto, avevo giocato davanti a 75 mila a San Siro e a 50 mila spettatori all'Amsterdam Arena, quindi giocare il lunedì sera per quindici persone al De Herdgang (centro d'allenamento del PSV) non è proprio bello. Poi Rutten (allora allenatore del PSV) mi disse che non ci saremmo incontrati e che non avrebbero rinnovato il contratto. Un'altra delusione, l'ennesima".

"Ho pensato: "E adesso che faccio? Ho trascorso una settimana al buio. In Azerbaigian sono stato in grado di guadagnare 1,2 milioni di euro in due anni. Ma non volevo più giocare. Ho sempre dovuto allenarmi, giocare, riposare bene e guardare ciò che mangiavo e bevevo. Beh, quest'ultima cosa non l'ho fatta in realtà!". L'ex giocatore continua poi il suo racconto a base di feste, droghe e alcol: "La mia carriera era finita. Avevo un grande appartamento ad Amsterdam. Era festa, festa, festa. Bere, droghe, ragazze. Tutta la merda venne di nuovo a galla. Vivevo un buon momento perché respiravo un senso di libertà. Ero anche poco conosciuto. Sette anni passati lontani dai Paesi Bassi e nessuno mi conosceva alle feste. È stato bello, ho potuto fare quello che volevo".

SNEIJDER - Van der Meyde parla poi di Wesley Sneijder, finito nel mirino del gossip per il suo aspetto fisico dopo aver appeso gli scarpini al chiodo: "Capisco molto bene cosa sta passando ora Wesley Sneijder. Ha vissuto la sua vita da monaco e ha fatto di tutto per il calcio. Ora si sta divertendo. Beve e mangia ciò che vuole e diventa più grasso. Tutti ne parlano. Ma penso: "Lascia che si goda la vita per un po' e non preoccuparti . Non deve più giocare per la nazionale".

MONDIALE 2010 - "Dopo il Mondiale ho avuto anche dei momenti difficili. Vedevo quei ragazzi giocare e pensai: "Potevo essere lì bastardo, è tutta colpa tua". Ma ok, è andata diversamente. Anche quando ho lasciato l'Inghilterra e non ho giocato per un anno, ho avuto difficoltà a guardare il calcio senza pensare che avrei potuto esserci anch'io lì. È un vero peccato, perché tranne che per il mio periodo all'Ajax e un po' all'Inter, non mi sono mai più divertito molto a giocare a calcio. Avevo dimenticato come ci si diverte, invece il calcio è diventato un ostacolo per me".

(Voetbal International)

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