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Zazzaroni punge: “Lega? Motivi rinvio non reggono. ‘No’ Inter per oggi? Ci mancherebbe…”

Le parole del direttore del Corriere dello Sport a proposito di quanto accaduto negli ultimi giorni

Daniele Vitiello

Attraverso il suo editoriale per il Corriere dello Sport, il direttore Ivan Zazzaroni si è scagliato fortemente contro la decisione di rinviare Juve-Inter adottata dalla Lega Serie A. Queste le sue parole: "Intorno alla partitissima, la madre di tutti i rinvii, stiamo assistendo alla sagra dell’interesse di bottega che la formuletta «l’abbiamo fatto per proteggere il prodotto in un’ottica commerciale e internazionale e per evitare di peggiorare l’immagine del Paese all’estero» rende semplicemente ridicola. Ridicola come la figura che sta rimediando il calcio italiano - tanto grottesche quanto inaccettabili le spiegazioni".

Spiegazioni contestate nel dettaglio da Zazzaroni: "Premesso che lo spostamento di ventiquattr’ore non avrebbe soddisfatto l’urgenza di tutelare la salute dei tifosi, dal momento che il Paese è in piena emergenza, mi chiedo cosa o chi abbia indotto Dal Pino e De Siervo a tornare all’ultimo momento su una decisione già presa e condivisa da tutti in un weekend in cui, per inciso, la B ha completato l’intero programma e la C si è rimessa a giocare. Dubito che i virologi del Sacco o dello Spallanzani abbiano garantito a Balata e Ghirelli che in B e in C il virus non avrebbe attecchito. Anche il discorso sulla protezione del prodotto a livello internazionale non regge. L’emergenza è mondiale e all’estero sanno bene che l’Italia sta vivendo una particolare condizione di difficoltà".

Ma non è tutto: "Per quanto riguarda il broadcaster - poi - che grazie al rinvio ha buttato nel cesso 200mila euro di costi vivi in meno di 24 ore, riducendo o cancellando peraltro alcune trasmissioni (penso al Club di Caressa, ad esempio, chiuso da 15 giorni), sono certo che l’assenza del pubblico non avrebbe ridotto l’interesse, né l’audience. L’Inter si è rifiutata di scendere in campo? E ci mancherebbe. Il lunedì a porte semi-aperte (sarebbero stati esclusi i residenti di Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna) avrebbe garantito a una Juve non al massimo la “bolgia” (spinta) spesso invocata da Conte nelle stagioni torinesi e costretto i nerazzurri a riposare un giorno in meno in vista del ritorno di coppa Italia col Napoli".

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