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Arbitri scarsi? Damascelli: “Forse Soriano non ha tutti i torti. Espulsione giusta ma in realtà…”

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Il giudizio del giornalista in merito alla condotta degli arbitri post lockdown

Matteo Pifferi

Intervenuto sulle colonne de Il Giornale, il giornalista Tony Damascelli ha detto la sua in merito all'alto numero dei calci di rigore concessi in Serie A:

"Forse Roberto Soriano non ha tutti i torti. È stata giusta la sua espulsione, decisa da Pairetto, ma che l’arbitro e alcuni dei suoi sodali siano scarsi ci può anche stare. Dice: non è colpa loro ma delle regole sciocche, tra falli di mano, fuori gioco e rigori che vanno via come il pane. Ma poi ci dovrebbe anche essere l’intelligenza, nel senso etimologico, cioè la capacità di leggere e di capire, interpretando le norme e non applicandole come un impiegato del catasto. Esempio: il rigore è anche detto massima punizione ma sembra che sia la punizione minima, si assegna a prescindere, basta un contatto (che non significa affatto fallo) e l’arbitro ferma il gioco, ascolta il sodale al Var, verifica personalmente, ritorna sui propri passi, aspetta l’ultimo metro per manifestare la decisione, una platealità che ormai fa parte della categoria, dalla fase del riscaldamento prepartita fino all’ultimo secondo di gioco".

TROPPI RIGORI - "Ormai i rigori sono metà di mille, quelli concessi per un tocco di mano rientrano nella follia regolamentare scritta da chi non conosce il gioco, il suo spirito e lo sta rovinando, per dimostrare il proprio potere mondiale. Idem per il fuori gioco che non è mai tale ma è una via di mezzo, è una parte del corpo e, per la proprietà transitiva, così dovrebbe essere per il gol o il corner o il fallo laterale là dove invece il pallone, a differenza del calciatore, deve superare totalmente la linea bianca. Non ci siamo, dunque. È un momento difficile per gli arbitri e vanno capiti ma loro per primi dovrebbero capire quello che accade in campo che non è una lavagna e nemmeno uno schermo televisivo ma è sudore, fiato, fatica, anche spinte e gomitate, insomma la storia di questo sport che mai, come in questi anni, ha reso protagonisti proprio gli arbitri. Le tecnologie non hanno risolto gli equivoci oltre alle polemiche, il Var è uno strumento maligno, viene utilizzato come il mantice della fisarmonica, si apre e si chiude, dipende da che tipo di musica si intende suonare. Anche il fisarmonicista, a volte, è scarso".