E lo stesso accade per i passaggi. Di lato, o alle spalle, mai ficcanti in percussione, mai triangolando verso la trequarti. Come fa il georgiano a esprimersi, se riceve i due terzi delle palle mentre arretra con la marcatura alle spalle? Certo, dall’altra parte c’è il Napoli, cioè l’Inter, scusate il lapsus. Che ha conquistato 35 punti, tre meno di Spalletti alla quattordicesima l’anno scorso. Ha realizzato 33 gol e ne ha presi solo 7. Perché ha il centrocampo più ubiquo, più duttile, più rapido e sincronico del campionato. Con in mezzo il regista che tutti vorrebbero avere: quel Calhanoglu sottovalutato dal Milan, che alla corte di Inzaghi ha imparato a interdire ed è cresciuto come realizzatore.
I due soli punti che dividono l’Inter dalla Juve non bastano a dire che i nerazzurri siano favoriti nella lotta scudetto. Dicono piuttosto che l’estetica nel calcio non fa la classifica. Perché se la facesse, quei due punti dovrebbero essere almeno otto o dieci. E invece c’è da giurare che Inzaghi e Allegri se la batteranno fino a maggio. Al netto di un improbabile recupero del Milan, su cui si scommette a fatica, il verdetto del Maradona certifica che sarà una partita a due".
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