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Bergomi: “Conte? Ecco perché è andato via. Hakimi non lo cederei. Inzaghi…”

Bergomi: “Conte? Ecco perché è andato via. Hakimi non lo cederei. Inzaghi…”

Le parole dell'ex nerazzurro: "Inzaghi a me va bene, lo conosco dal settore giovanile: ha grande passione, voglia, è determinato a far bene"

Marco Astori

Beppe Bergomi, ex capitano dell'Inter, ha concesso un'intervista ai microfoni di Radio Nerazzurra. Tanti i temi caldi di casa nerazzurra affrontati dall'opinionista.

Come hai preso l'addio di Conte?

E' difficile fare un commento. Per me è un amico, un grandissimo allenatore: mi sarebbe piaciuto vederlo all'Inter anche con un ridimensionamento. Sono convinto che se un allenatore è bravo, tira fuori il meglio dai giocatori. E anche non avendo la pressione di dover vincere a tutti i costi. Non penso che abbia deciso negli ultimi giorni, ma negli ultimi sei mesi: lui ha capito di essere rimasto da solo, la presidenza era assente. Poi c'è stato poco dialogo e non ci ha visto chiaro. La vedo in questa maniera, ma mi sarebbe piaciuto vederlo con una situazione diversa. Inzaghi a me va bene, lo conosco dal settore giovanile: ha grande passione, voglia, è determinato a far bene. E' una grande opportunità, sono tranquillo perché dà continuità alla rosa. Ci sono giocatori che puoi lasciar partire, altri determinanti: se perdi questi diventa difficile per tutti. Nel 3-5-2 lasciar partire Hakimi è la cosa più dura: fa gol, assist e determina.

Si può vincere con Inzaghi?

Si può vincere. Trapattoni e Bersellini sono rimasti cinque anni: vincere è difficile, però bisogna sempre rimanere protagonisti. Con Bersellini c'era un gruppo fantastico, ho ho fatto cinque anni col Trap e siamo sempre rimasti ai vertici: la garanzia oggi è Marotta, si può lavorare bene ed essere protagonisti. Vincere non lo so: di Atalanta ce n'è una, ottiene il risultato. Noi abbiamo le carte per rimanere protagonisti.

Allegri alla Juve?

Porta punti, lui è stato con noi al Club una serata ed è un fiume in piena. E' bravo, è furbo, sa gestire il gruppo e ha le idee chiare. Il tempo che Pirlo ha perso all'inizio Max non l'avrebbe perso: l'Inter ha vinto con stramerito ma la Juventus ha lasciato punti con squadre che con Max avrebbe vinto sicuramente. E' un valore aggiunto, con Allegri la Juve torna più forte. L'Inter? Secondo me ci hanno pensato, anche l'anno scorso erano pronti: io ci avevo parlato e mi diceva che l'Inter poteva vincere. Hanno girato intorno a lui. Quest'anno ha avuto la Juve e non ha aspettato.

Antonio è una perdita, è stato un valore aggiunto: però mi preoccupo se partono determinati giocatori. Puoi sacrificarne due, ma ci sono quelli decisivi: Lukaku, Hakimi, Barella, Brozovic, De Vrij e Bastoni. Devi riuscire a non toccarli: nel finale l'Inter decideva quando e come vincere le partite, aveva trovato una consapevolezza impressionante. Giocava a calcio e vinceva: se perdi Hakimi, perdi uno decisivo. Per sostituirlo vedremo, ma io non lo toccherei mai.

 Getty Images

Qualche giovane da prendere?

Nel Portogallo ce ne sono, anche nella Germania, nell'Olanda e nella Francia: non sta a me fare i nomi, all'Inter c'è gente che vaglia il mercato. Troveranno le pedine giuste per tenere l'Inter competitiva, sono sicuro.

La differenza tra il 3-5-2 tra Inzaghi e Conte?

Si assomigliano abbastanza: la parte destra dell'Inter è quella che funziona meglio, la Lazio attacca di più a sinistra. I giocatori sono diversi: Brozovic è un Leiva con più qualità, Luis Alberto strappa mentre Eriksen gioca più di posizione e conclusione, Barella è molto dinamico mentre Milinkovic è fisico. L'Inter palleggia, la Lazio gioca palla su Milinkovic o su Immobile. Anche l'Inter ha qualità nel palleggio in attacco, ma Lautaro difende, esce sul terzino e fa un gran lavoro. Tutte e due sono strutturate per aspettare e ripartire.

Il calcio italiano resta periferia dell'impero?

La questione stadio è delicata, sono in attesa di capire cosa vogliono fare: io sono favorevole, ci sono altri meno. Per le società è importante, è un valore aggiunto: io ho visto però che tecnicamente abbiamo una finale di Champions da vedere perché sapevo che il Chelsea, che difende a tre, sarebbe potuto arrivare in finale. Si può pensare anche noi a far bene in Europa: lavorando bene sulle idee e sui concetti si può fare bene calcio.

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