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Lei arrivò in Sardegna a 23 anni. Che ricordo ha di quel periodo?
«Mi hanno messo subito in camera con lui nella foresteria. Era una sorta di rito di iniziazione per i nuovi, solo che io poi sono rimasto la sua ombra. Abbiamo vissuto due anni in simbiosi. Non avevo neppure la macchina, lo seguivo ovunque. Se qualche difensore in campo esagerava con me, mi difendeva come farebbe un fratello maggiore».
Poi lei tornò all’Inter e lui vinse lo scudetto da eroe.
«Dopo il secondo posto del 1968-69 Scopigno mi disse che la Juve voleva assolutamente Gigi, ma lui non ci voleva neppure pensare. Sarebbe rimasto. Ma la società aveva bisogno di monetizzare con uno dei due, così risposi che sarei partito io ma solo per rientrare all’Inter, la mia squadra del cuore».
Vi ritrovaste al Mondiale del 1970.
«Che favola quella».
Italia-Germania 4-3 cosa è stato?
«Oggi direi la partita di Riva e Beckenbauer, due miti che ci hanno lasciato a pochi giorni di distanza. Qualcuno lassù avrà voluto unire i fili».
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