Lo studio grafico Bureau Borsche ha rinnovato, negli ultimi due anni, l’identità di due club italiani: Inter e Venezia. «Il logo di un club dev’essere caratteristico e riconoscibile. Ma non deve assomigliare a nient’altro», spiega a Undici Mirko Borsche, il fondatore dello studio. «Deve funzionare sul digital, lo devi riconoscere anche in piccolo, per esempio scorrendo la classifica sul tuo telefono. Per esempio, se guardi i club di Serie A, quali risaltano? Juventus, Inter, Napoli… basta. Ed è così perché hanno un senso digital. Al tempo stesso, dev’essere chiaro anche sulla maglia. Oggi i club hanno quattro, cinque maglie all’anno, e non è più facile distinguere i club se non sei pienamente informato».
ultimora
Bureau Borsche: “In serie A risaltano i club digital. Inter? Ecco come li abbiamo convinti”
Storia del rebranding dell'Inter
—«Nel caso dell’Inter eravamo in una situazione in cui eravamo in “competizione” con altre agenzie. Qualcuno ha pensato a noi perché avevamo già lavorato con varie realtà e protagonisti di Milano, da Slam Jam a Kaleidoscope, con Marcelo Burlon, con Virgil Abloh. Abbiamo creato abbastanza rapidamente un’idea per l’Inter e ci siamo focalizzati sul concetto di I M, Inter Milano ma anche “I am”. È un messaggio facile, inclusivo, racconta l’essere parte di un club di calcio, di un heritage. Un messaggio importante in un sistema democratico come il calcio, dove uomini, donne, giovani, vecchi, ricchi, poveri, tutti sono fan allo stesso livello. È stato questo il modo in cui li abbiamo convinti», ha proseguito Borsche. «Per i club di calcio, è troppo importante che i loro loghi possano essere replicati. Per l’Inter l’obiettivo era cercare di interpretare visivamente un club che non fosse solo centrato sul calcio, ma anche aperto ad altre cose. Il nuovo logo ha il cinquanta per cento di informazioni in meno rispetto al precedente, pur cercando di mantenere lo stesso look and feel».
© RIPRODUZIONE RISERVATA