
Oggi alle ore 12 l'Inter conoscerà l'avversaria nei quarti di finale di Champions League. Superato il Porto con una vittoria e un pareggio, i nerazzurri non vogliono fermarsi.
ultimora
Oggi alle ore 12 l'Inter conoscerà l'avversaria nei quarti di finale di Champions League. Superato il Porto con una vittoria e un pareggio, i nerazzurri non vogliono fermarsi.
"Quest’Inter non passerà alla storia per mentalità spettacolare ma, se vogliamo, neanche quella di Mourinho era per esteti. Però era emozionante, trascinante e vincente. Era solida e irriducibile. Sapeva difendersi come nessuno, chiudendo tutte le linee di passaggio: Chelsea, Barcellona e il Bayern in finale, nel 2010, sono sfide nel mito per sofferenza ed esplosione di gioia. Squadra chiusa e ripartente, nella migliore tradizione italiana. Herrera, Rocco e Trapattoni hanno vinto così. Il calcio è cambiato, l’estetica non è più un accessorio, ma neanche si può pretendere di imporre un pensiero unico. La bellezza del calcio è anche nella varietà degli stili. E quello di Inzaghi è legato a un passato che sarebbe ipocrita rinnegare", analizza La Gazzetta dello Sport.
"Se la sua Inter si mettesse a giocare come il Napoli andrebbe per aria, non avendo mentalità e sceneggiatura adeguate. Ma sa fare altro. Sa tenere lontano il Barcellona dall’area e poi colpirlo in velocità spaventosa. Sa chiudersi con il Porto, alleggerire la pressione e ripartire. Segnando poco, subendo meno. Con attenzione ossessiva e concentrazione totale nelle partite singole o comunque da 180 minuti. Mourinho aveva il coraggio, o l’incoscienza, di moltiplicare gli attaccanti nel momento del bisogno: è quello che potrebbe ispirare Inzaghi per risolvere alcune situazioni di immobilismo. E se poi si rivedesse il Lukaku di Conte...", aggiunge Gazzetta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA