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Ince: “Il derby di Milano è il derby dell’Inter. Sarei rimasto davvero ma…”

Foto: Inter TV

Protagonista di Inter Podcast, Paul Ince ha raccontato tanti aspetti della sua esperienza a Milano con la maglia nerazzurra

Marco Macca

Protagonista di Inter Podcast, Paul Ince, ospite in compagna dell'altro ex nerazzurro Massimo Paganin, ha raccontato tanti aspetti della sua esperienza a Milano dal 1995 al 1997, condita da 73 presenze e 13 gol. Ecco le parole dell'ex centrocampista dell'Inter:

 Getty Images

ARRIVO ALL'INTER - "Avere un compagno come Massimo (Paganin, ndr) è stato importante, dato che arrivavo in un altro Paese con un'altra lingua. Era importante conoscere qualcuno che parlasse un perfetto inglese. Arrivare all'Inter è stato un grande cambiamento culturale per me. Mi ha aiutato moltissimo, abbiamo instaurato una bella amicizia e ci frequentavamo anche con le nostre famiglie".

DERBY - "Un derby fantastico, l'ho sempre chiamato il derby dell'Inter. Ho giocato quelli di Manchester e della Merseyside, ma quello di Milano era speciale. Entravi e non si vedeva nulla a causa i fumogeni. I tifosi avevano grande passione. Noi eravamo più 'poveri', il Milan la squadra che comprava i più forti. Sulla carta eravamo più deboli per cui il derby era speciale".

BERTI - "Berti si infortunò ai legamenti del ginocchio e sostanzialmente ho preso il suo posto. Io sostanzialmente ho preso il suo posto. Non è stato semplice perché lui era stato importante, quasi mi spiaceva prendere il suo posto. Nicola è stato fantastico, una persona e un compagno fantastico. Ho trascorso molto tempo con lui anche a Londra quando lui è andato al Tottenham".

ADDIO ALL'INTER - "Forse la decisione più difficile che ho dovuto prendere. Ci penso ancora e mi domando se fosse la decisione giusta. Avevo un rapporto d'amore con i tifosi. Moratti ha fatto di tutto per farmi andare all'Inter. Ho trascorso il periodo più bello della mia vita. Abbiamo giocato una finale di Coppa Uefa, non siamo purtroppo riusciti a vincere lo scudetto. La famiglia però viene prima di tutto. A mia moglie venne diagnosticata una paralisi di Bell, mio figlio Tom aveva cinque anni. C'erano problemi che andavano oltre il calcio e così abbiamo deciso di tornare in Inghilterra. Volevo restare, è stato difficile andare da Moratti e dirgli che dovevo tornare in Inghilterra per ragioni personali. E' stato emozionante sentire l'affetto dei tifosi. E' stata una decisione complicata. A volte dico a Claire che se non fosse stato per lei magari sarei lì dietro una scrivania. E' stato difficile anche perché era appena stato acquistato Ronaldo. C'era una squadra da scudetto. I tifosi dell'Inter avranno sempre un posto speciale nel mio cuore".

(Fonte: inter.it)

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