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Emergenza Coronavirus, la Lega dice sì agli stadi vuoti per salvare il campionato

Oggi verranno prese le decisioni per le prossime partite e per i rinvii di questo weekend, si va verso gli stadi a porte chiuse nel prossimo turno

Andrea Della Sala

Oggi sarà una giornata decisiva anche il calcio in Italia, colpita dall'emergenza del Coronavirus. Presto ci saranno le decisioni per le partite rinviate e per le prossime gare da giocare.

"Ieri non si sono giocate quattro delle sei partite di Serie A, ma in via straordinaria è sceso in campo il consiglio di Lega: in conference call si è discusso della ricollocazione in calendario delle gare rinviate (le date sono state individuate nel mese di marzo) e della possibilità di giocare le prossime partite a porte chiuse, decisione che spetta infine al governo. E il governo ha deciso: ci sarà un provvedimento che consentirà di procedere con le manifestazioni sportive soltanto a porte chiuse per una settimana nelle regioni coinvolte dall’emergenza Coronavirus.

Per questo i rappresentanti del ministero della Salute e dello Sport saranno presenti oggi all’incontro con Leghe e Federazioni che a Roma precederà il consiglio Federale: alle 10 e 30 del mattino inizierà una lunga giornata, comprensiva di una riunione dei medici della Federazione. L’ipotesi di giocare a porte chiuse unisce la necessità prioritaria di rispettare le norme imposte dall’emergenza sanitaria e l’esigenza sportiva di rispettare la regolarità della stagione. Per la Lega era totalmente da escludere l’ipotesi di rinvio di altre partite, dato che il calendario generale (tra campionato e coppe) è già fittissimo di impegni e non esistono date disponibili per incastrare ulteriori recuperi. E’ l’anno dell’Europeo e non si può superare il paletto temporale del 24 maggio, data dell’ultima giornata di A: da qui l’idea di acconsentire, come soluzione estrema, alle competizioni in stadi senza spettatori", spiega La Gazzetta dello Sport.

"Nella discussione tra le parti di questa mattina sarà accolta le decisione del governo, che sarà ufficiale in giornata. La speranza iniziale dei club era che l’emergenza sanitaria rallentasse in modo che lo sport possa adeguarsi a disposizioni meno stringenti. E di conseguenza continuare a giocare in stadi regolarmente aperti al pubblico: una speranza che di fronte ai continui aggiornamenti (non rassicuranti) ha perso consistenza. Da qui l’apertura (che poi diventerà obbedienza) all’ipotesi degli stadi chiusi come unico possibile compromesso. Avessero deciso i club gli stadi sarebbero rimasti aperti al pubblico. Chi ospita le partite ha non solo esigenze economiche (l’incasso della prossima partita andrà perso) ma anche ambientali: giocare in un impianto pieno offre un sostegno decisivo alla squadra di casa", aggiunge il giornale sportivo

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