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Con i successi delle ultime stagioni, tra i quali va annoverata anche la finale di Champions, il club ha riattivato l’interismo, che varia solo di una lettera rispetto all’isterismo degli anni disgraziati ma è tutto il contrario. Per interismo si intende anche la capacità di giudizio - a volte spietata - dei calciatori in base a valori morali tra cui la capacità e la disponibilità ad assumersi responsabilità. Queste ultime, Lukaku avrebbe dovuto prendersele a inizio estate, indicando pubblicamente e esplicitamente l’Inter come sua unica opzione per il futuro.
Se si è offeso per la mancata titolarità in Champions allora l’Inter ha scoperto che non è l’uomo squadra che vuol far credere di essere e di cui Inzaghi ha bisogno, essendo arrivati molti calciatori nuovi. Lukaku è peraltro in debito con l’Inter ma si è comportato come se l’Inter fosse in debito con lui. Non ha considerato che una società che fa di conto fino all’ultimo centesimo ha prima speso (e non investito) una ventina di milioni per l’affitto di un anno e poi era pronta a sfoderarne novanta (!), tra cartellino e contratto, per riacquistarlo. Il tutto dopo averlo aspettato, curato e protetto per quattro mesi. L’Inter distribuisca questi soldi su altri calciatori. Ce ne sono. Magari oggi sono meno forti di Lukaku ma un domani, con ogni probabilità, saranno più leader di lui.
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