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Matthaus: “Inter, col Milan basta un golletto. Vi racconto Thuram, Sommer e Pavard”

Matthaus esibisce il Pallone d'Oro a San Siro
Il tedesco parla ai microfoni della Gazzetta dello Sport: "A Istanbul Inzaghi e i suoi meritavano la Coppa"
Daniele Vitiello Redattore/inviato 

«A Istanbul meritava la coppa, ma è ripartita alla grande: allora perché non riprovarci sia in Italia che in Europa?». Lothar Matthäus, grandissimo ex nerazzurro, avverte ancora un po' di rammarico per quanto accaduto in finale di Champions League pochi mesi fa. La sua delusione è quella di tutto il popolo dell'Inter, ma c'è altrettante soddisfazione per come la squadra ha iniziato la nuova stagione. Ne ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport:

Matthäus, questa Inter così bella è nata dalle ceneri di Istanbul?

«Qualche errore in meno sotto porta e ora la Champions sarebbe a Milano. Adesso c’è una squadra tutta nuova, più fresca, giovane e imprevedibile, che può ripetere gli stessi risultati. anche se non è facile. Mi fa piacere, però, che tre grandi acquisti come Thuram, Sommer e Pavard vengano dalla Bundesliga. Significa che il nostro campionato è un serbatoio di talento e che anche la A è finalmente tornata».


Iniziamo dal primo con maggiore responsabilità: Marcus Thuram migliorerà sotto porta?

«Al Mönchengladbach la porta la trovava, eccome. L’avete già visto: ha tutto, fisica e tecnica in velocità, ed è pronto a esplodere in un top team. Per me, però, non è un 9 tradizionale. Rispetto a lui, è più centravanti Lautaro o Arnautovic. A Marcus piace spaziare, non gli si chieda il lavoro di Lukaku in area».

A proposito, sorpreso dal tradimento estivo di Romelu?

«Nel calcio non mi sorprende niente. Per me Lukaku era e resta uno dei migliori attaccanti del mondo: lo avrei visto bene anche al Bayern. Inzaghi aveva una visione diversa e l’ha sempre messo in panchina. Il club, però, ha fatto scelte precise, seguendo la filosofia dell’allenatore e pensando al futuro, per questo è inutile pensare al passato. Ora accanto a Lautaro c’è Thuram e pure Arna, un altro formato in Bundesliga e che ci sa fare con la palla».

Sommer dopo Onana: l’Inter ci ha perso?

«Non sarà tra i migliori del mondo adesso, ma su Sommer puoi scommetterci. In campo, sempre concentrato e con il suo stile, ma anche fuori, nello spogliatoio. È silenzioso e tranquillo: diciamo che è diverso rispetto al Walter Zenga dei miei tempi...».

Pavard ha voluto, invece, l’Inter sopra ogni cosa.

«Gli ex dirigenti, Salihamidzic e Kahn, gli avevano promesso che l’avrebbero lasciato andare via, poi al Bayern è cambiato tutto, anche l’allenatore, e volevano tenerselo stretto: da lì i problemi nella trattativa, ma poi ha vinto la volontà di Benji. Lo conosco bene, è un giocatore super professionale. Al Bayern era in una squadra superiore, ma lui non voleva fare più il terzino come con Tuchel. Si sente un centrale e l’Inter con lui ha fatto un gran colpo».

Arriva il derby: rispetto a quelli in semifinale di Champions, il Milan ha ridotto il gap?

«Anche il Milan ha operato con intelligenza sul mercato ed è partito molto bene. Sarà un derby eccellente, ma mi auguro che il gap rimanga e l’Inter stia sempre un po’ più su. Anche di poco, anche di un golletto: basta un 1-0 sofferto, senza il dominio avuto in Champions, per mantenere la supremazia in città. Poi, per lo scudetto la sfida è ancora molto lunga e col tempo può succedere di tutto».

La foto più bella tra i derby che ha giocato lei?

«Non una singola partita e neanche il mio unico gol su rigore in una vittoria in trasferta. Mi porto con me lo score complessivo: il Milan era la squadra migliore del mondo, ma contro di loro ne ho vinte di più di quante ne ho perse. Tre successi e un solo k.o.: un grande orgoglio, ma era merito anche del Trap».

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