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Preziosi: “La Serie A può essere annullata. No a playoff e playout perché…”

Il presidente del Genoa Enrico Preziosi ha parlato del momento del calcio in questa situazione di emergenza e dei possibili scenari futuri

Andrea Della Sala

Intervistato da La Stampa, il presidente del Genoa Enrico Preziosi ha parlato del momento del calcio in questa situazione di emergenza e dei possibili scenari futuri.

In Cina ci sono molte delle sue attività: si aspettava che l’epidemia potesse arrivare anche in Italia?

«Francamente no, almeno non così. In Cina avevamo le nostre fabbriche chiuse durante la quarantena e nei mesi scorsi la preoccupazione principale era legata alla produzione bloccata. Tutti abbiamo sottovalutato la situazione, compresi i nostri governanti».

Il calcio è tra le priorità o è difficile parlarne adesso?

«Non è una priorità, ma se ne deve parlare. Perché è un’azienda ed è in difficoltà, come tutto il resto. Bisognerà restare fermi fino al 3 maggio, non so cosa accadrà. In questo momento conta la salute delle persone. La gente non è nello stato d’animo giusto per parlare di calcio, non si può gioire per il calcio davanti a una simile tragedia».

Conferma di escludere playoff e playout?

«Certo. Le regole non si cambiano in corsa. E il Genoa non ha alcun vantaggio dallo stop del campionato. Eravamo una delle squadre più in forma, sono sicuro che avremmo scalato la classifica arrivando a metà. Grande merito al mister Davide Nicola, che ha dato un’identità forte a questa squadra. E a gennaio abbiamo fatto acquisti importanti, come Masiello, Perin, Soumaoro e Behrami».

Che cosa può accadere al campionato?

«Può essere annullato oppure si troveranno altre soluzioni, prima di tutto conta la salute. Bisognerà tornare alla normalità, poi si potrà pensare alle partite di calcio. Vi pare possibile che le aziende restino chiuse e che invece si giochi a pallone?».

Che cosa pensa del taglio degli stipendi dei giocatori?

«I salari sono legati alle prestazioni, una soluzione si troverà. La Juventus si è spinta avanti, penso che ci si dovrebbe muovere tutti insieme per trovare un’intesa comune. Qualcosa i giocatori dovranno concedere, se si pensa che la cassa integrazione di un lavoratore è di 800 euro e qui invece si parla di ingaggi milionari».

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