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Pres. Racing: “Lautaro poteva andare al Valencia per 9 milioni. Non mi sorprende che…”

Victor Blanco ritorna sulla cessione dell'attaccante dell'Inter

Fabio Alampi

Il futuro di Lautaro Martinez potrebbe essere in Spagna, con il Barcellona pronto a tutto pur di strapparlo all'Inter (senza dimenticare l'interesse del Real Madrid). Tuttavia, anche il suo presente sarebbe potuto essere in terra iberica, come rivela ai microfoni del MundoDeportivo Victor Blanco, presidente del Racing di Avellaneda.

Com'era il rapporto con Lautaro, sapendo che lo stavano cercando diversi club che gli promettevano milioni su milioni?

"La storia che ho raccontato sul Real Madrid lo riassume. Abbiamo stretto solo due contratti con Racing con Lautaro. È partito molto presto. Ci sarebbe piaciuto averlo per un'altra stagione, ma per noi è stato impossibile perché Inter e Atletico Madrid si sono presentati con cifre fuori dalla portata della realtà del nostro paese".

Come si è comportato Lautaro in quel momento?

"Si è comportato molto bene. Era sempre molto calmo in questo senso. Lautaro non ha mai avuto le vertigini per quei milioni. Aveva fissato degli obiettivi. Sarebbe potuto partire perché le offerte sul tavolo c'erano, ma ci ha detto: "Rimarrò fino alla fine della stagione". E così è stato".

Anche il Valencia ha avuto la possibilità di pareggiare qualunque offerta fosse arrivata per Lautaro. Non lo ha fatto? È stato molto lontano dalle cifre pagate dall'Inter?

"Sì, il Valencia aveva la priorità per Lautaro e per altri due giovani giocatori, ma non è bastato per formulare un'offerta. L'Atletico era più solido, ma l'Inter era il club più interessato a Lautaro e lo portò via".

Ha mai ricevuto una chiamata da Diego Simeone per chiudere la trattativa con l'Atletico?

"No, no, nessuna chiamata. Il suo direttore sportivo venne a Buenos Aires. Abbiamo avuto tre o quattro incontri, ma non hanno raggiunto le richieste del Racing. In quel momento vennero anche fuori i valori di Lautaro. All'epoca, nella seconda metà del 2017, la clausola di risoluzione era di 9 milioni di dollari. Avrebbe potuto esercitarla, ma non lo fece. Oltre alla gestione dei dirigenti, bisogna riconoscere che a volte è necessaria la buona volontà del giocatore. Neanche quella volta è stato annebbiato, ha rinnovato, siamo stati in grado di alzare la clausola rescissoria e in poco tempo è andato all'Inter, uno dei club più importanti nella storia del calcio argentino".

Qual è stato l'importo del trasferimento alla fine?

"Il dato lordo era vicino a 40 milioni di euro. Quello che succede è che con tutti gli sconti, alla Racing rimanevano meno soldi. Bisogna prendere in considerazione le tasse, la commissione del rappresentante, il 20 per cento che spettava al Liniers e il 10 per cento che apparteneva alla sua famiglia. Avevamo così tanta fiducia e tenevamo così tanto a Lautaro che abbiamo preferito rinunciare a 2 milioni in quel momento per mantenere una plusvalenza del 10 per cento su 14 milioni di euro".

Sorpreso che big come Barcellona, ​​Real Madrid e Manchester City siano sullesue tracce?

"Certo che no. A parte le sue qualità calcistiche e il numero di goal che ha già realizzato, è molto giovane ed è anche un titolare in Nazionale. Non sente il peso di nessuna maglia. Sta avendo successo all'Inter e ha tutto quello che serve per far bene al Barcellona e in qualsiasi altro club del mondo. Non ho dubbi. Quello che è come giocatore lo sanno tutti, perché può essere visto. Ma Lautaro ha il plus della personalità: è un vincente nato e un ottimo professionista. È un giocatore diverso dagli altri, in tutti i sensi".

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