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Sconcerti: “Nazionali e club, rapporto complicato. Importante ricordare che i giocatori…”

Il commento del giornalista sul Corriere della Sera

Gianni Pampinella

È difficile il rapporto tra club e Nazionali, reso ancora più difficile dal Covid. È l'argomento affrontato da Mario Sconcerti sulle pagine del Corriere della Sera. "Comunque sia stata, la partita con l’Estonia era una partita da evitare. Non per se stessa, ma perché un’amichevole in più nei dieci giorni in cui si giocheranno già altre due partite ufficiali è semplicemente troppo. Per principio e a maggior ragione nel tempo in cui un quarto dei giocatori ha avuto o sta avendo il virus. Siamo arrivati invece a 44 convocati, una porta girevole mai pensata da nessun commissario tecnico. È un lusso da estate, da tempi normali, ma anche in quei tempi sarebbe sempre importante ricordare che i giocatori non sono delle nazionali, sono dei club. Che li pagano e ne scontano gli infortuni, anche gravi, che in Nazionale accadono, ultimo Zaniolo. E che hanno il diritto di farli allenare da chi hanno scelto loro, non darli due mesi a stagione ad altri".

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"Si pensa spesso, anche all’estero, di ridurre i tornei maggiori da 20 a 18 squadre per dare più spazio alla Nazionale. È una buona idea, ma bisogna anche capire perché se ne parla da tanti anni e non si fa mai. Perché l’incubo di ogni società «storica» è finire in serie B perdendo diritti televisivi e sponsor. Le società storiche sono 16-17, se si gioca in 18 per dare un mese alla Nazionale, due o tre di loro rischieranno seriamente la serie B".

(Corriere della Sera)