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Stankovic: “Inter, dipende da te. Si vede la mano di Conte. E mio figlio…”

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L'ex centrocampista nerazzurro, oggi allenatore della Stella Rossa, affronta domani in Europa League il Milan

Fabio Alampi

La vittoria dell'Inter nel derby avrà sicuramente fatto felice anche Dejan Stankovic: l'indimenticato ex centrocampista nerazzurro è pronto a tornare a San Siro, questa volta nei panni di allenatore della sua Stella Rossa, dove affronterà il Milan nel ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League. Il Corriere dello Sport lo ha intervistato alla vigilia del match di domani.

Domani sera San Siro sarà deserto, ma tanti interisti seduti a casa davanti alla tv, tiferanno per lei. Cosa vuole dire loro?

"Che sono molto contento e li abbraccio. La vita è bella anche per questo e certe dimostrazioni d'affetto sia da parte della gente sia di tanti ex compagni mi fanno capire che all'Inter ho lasciato un bel ricordo. Ho sempre sudato la maglia mettendo in campo il mio cuore e rispettando al massimo un club dove c'erano un gruppo eccezionale di campioni e un grande presidente come Moratti. Insieme a loro e ai nostri fantastici tifosi abbiamo scritto la storia e vinto tutto quello che potevamo vincere".

Uno Stankovic con la maglia nerazzurro c'è anche adesso: è suo figlio Filip.

"Lavora come un grande professionista e ha la fortuna di poter imparare da Handanovic, uno dei migliori portieri al mondo. Filip ha la testa a posto, i piedi per terra e suda ogni giorno sul campo. Come padre non potrei essere più contento: vederlo circondato da gente che gli vuole bene e lo apprezza, per me è davvero il massimo".

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Non le chiediamo neppure se domenica ha visto il derby e se era contento del risultato perché...

"Perché sapete la risposta... L'Inter ha giocato benissimo e ora, come si dice in Serbia, ha il destino nelle proprie gambe. Nella squadra si vede la mano di Conte, uno duro, tosto e che non molla mai. E' un grande allenatore e mi piace molto perché ha migliorato il gruppo. Certi progressi non si ottengono certo per caso. L'Inter è organizzata, quadrata e sa sempre cosa fare. D'accordo, avrà pure una rosa forte, ma è lassù soprattutto grazie al lavoro".

E' l'anno buono per vincere lo scudetto che manca dalla stagione del triplete?

"A questo punto dipende da loro perché sono davanti e, anche se hanno un vantaggio esiguo, certe vittorie contro Juventus, Lazio e Milan sono importanti per il morale e l'autostima. Non voglio gufare e mi limito a parlare da ex e da tifoso. Ciò premesso dico: spero nello scudetto e mi auguro con tutto il cuore che l'Inter lo conquisti".

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