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Suarez, parla il rettore di Perugia: “Mai prodigato pro Juve. Io mediatore? Che c’è di male?”

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il rettore dell'Università di Perugia Oliviero ha parlato di quanto è successo per la cittadinanza di Suarez

Andrea Della Sala

A tenere banco in Italia è la vicenda della cittadinanza di Suarez. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il rettore dell'Università di Perugia Oliviero ha parlato di quanto è successo:

«Non ho fatto nulla di male ma io devo rendere conto ai miei studenti. Ora, quando mi guarderanno, che penseranno? Nella mia anima questo resterà tutta la vita».

Ci racconta che è successo?

«Un mio conoscente nello staff della Juve (Oliviero non lo dice, ma si tratta di Federico Cherubini, ndr) a fine agosto-inizio settembre mi chiama e dice: “Maurizio, vorrei chiederti un’informazione per un esame ma non è per noi”. Ho spiegato che non eravamo noi l’ateneo da contattare ma l’Università per Stranieri. Università che ho chiamato perché mi pareva una buona occasione per l’immagine della città. Ora per questo semplice passaggio vengo definito mediatore, che può voler dire tutto. Me l’avessero chiesto, lo avrei detto: “Certo, li ho messi in contatto. Lo sanno tutti. Che male c’è?”».

Ha sentito altre volte questo suo contatto nello staff della Juventus?

«Solo un’altra volta. Quando, non sapendo come rispondere ai giornalisti che volevano informazioni sulla possibile presenza di Suarez a Perugia, gli ho chiesto un consiglio. Mi ha detto “non è una questione che sta seguendo la Juve ma Suarez è un personaggio pubblico, forse va gestito con riservatezza”».

Invece quante volte ha sentito Paratici?

«Una sola. Qualcuno insinua che Paratici mi avrebbe chiamato per dire “mi raccomando, bisogna promuoverlo” ma non è vero. Chi lo ha fatto si assumerà la responsabilità. Nella mia vita ho sentito Paratici solo una volta, qualche giorno dopo gli esami. Mi hanno cercato per dirmi che l’entourage di Suarez li aveva ringraziati per il contatto, perché la città lo aveva accolto con affetto. Leggo che tirano fuori il fatto che io possa aver fatto battute calcistiche. Ho letto che avrei detto “mi raccomando, sono in contatto con la Juve, bisogna aiutarlo”. Posso aver detto “mi raccomando, è una buona occasione” oppure, parlando di calcio, “questo è il nostro centravanti” ma mai ho ricevuto una richiesta di sensibilizzazione e mai mi sono prodigato».

Questo per le indiscrezioni giornalistiche. La Procura però l’ha mai chiamata?

«No».

Ha assunto un legale?

«No, perché dovrei? Se mi chiameranno, risponderò».

Ha mai pensato di dimettersi, anche solo per disperazione?

«Perché dovrei? Dovrei farlo se avessi fatto qualcosa di disonorevole».

Un’ultima cosa. Con quello che si è scoperto, che direbbe se fosse il rettore della Stranieri?

«Non mi faccia questa domanda, per favore».