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Vieri: “Mai avrei lasciato l’Inter, oggi super squadra. Moratti? Tutto passato, mi ha voluto bene”

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L'ex calciatore nerazzurro ha parlato ai microfoni di Radio Serie A in una lunga intervista, ripercorrendo la sua carriera

Christian Vieri parla a cuore aperto a Radio Serie A. L’ex attaccante, protagonista nelle ultime settimane della vicenda legata allo scioglimento dell’asse con Adani, Cassano e Ventola sulla BoboTv, ha rilasciato un’intervista ad Alessandro Alciato.

“Sono andato all’Inter perché volevo giocare con Ronaldo. Mi ha chiamato Narciso Pezzotti, il secondo di Lippi, ho dato subito l’ok. Andavo a giocare in uno stadio come San Siro, una meraviglia, il mio preferito in assoluto. Ronaldo è stato il giocatore più forte, a quei tempi era incredibile e io ero curioso di conoscerlo. Mi ricordo quando l’ho visto la prima volta: mi sono avvicinato e io gli ho detto di essere all’Inter perché volevo giocare con lui. Una cosa che abbiamo fatto insieme fuori dal campo? Diciamo che siamo due mangiatori, lui è proprio simpatico. Quando andavamo in giro per i ristoranti di Milano, la gente si alzava in piedi per applaudirci. Mi ricordo la prima partita di campionato, giocavamo alle 15.00 un Inter-Verona. Quando ho visto 60 mila persone ho pensato che avrei dovuto fare gol al primo pallone toccato. Il riscaldamento, con tutte quelle persone a cantare, è stato da pelle d’oca. Uno stadio così dà una carica che non si può capire. Un club meraviglioso, c’era tutto per vincere”


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Vieri riavvolge il nastro e racconta il rapporto con l'ex presidente nerazzurro Massimo Moratti e l'episodio del pedinamento:

“Uno si arrabbia lì per lì, ma è stato il mio presidente per sei anni e mi ha voluto bene. Mi sono arrabbiato, più che altro c’era delusione. Però quella è stata una cosa extra, non la conto. Nei sei anni insieme non posso dire niente. Lui amava l’Inter, quando perdevamo una partita amichevole si disperava. Questo fa capire quanto la famiglia Moratti ami l’Inter. Non posso dirgli niente, non siamo stati fortunati per una serie di partite andate male. C’era forse troppa voglia di vincere da parte di tutti. Se non ci fossimo fatti male io e Ronaldo avremmo vinto, perché eravamo una super squadra, è mancata un po' di fortuna. Il 5 maggio? Perdiamo l’ultima partita, mi chiama il Presidente durante la notte e io gli dico subito: “non vendermi Ronaldo”, ma sapevo che mi stava chiamando per quello. Alla fine è stato venduto, eravamo tutti distrutti. Il Presidente non voleva vendere Ronaldo, Ronaldo non voleva andare via ma chiedeva delle cose. La sua cessione ci ha lasciato un vuoto, era il più forte del mondo”

Ma Bobo Vieri è interista?

“Io ho tifato tutte le squadre in cui ho giocato, ma l’Inter è la squadra che mi ha dato di più. Io non sarei mai andato via, sono stati sei anni difficili e sofferti, ma proprio per questo sono attaccato all’Inter. La gente aspettava me o Ronaldo per vincere uno scudetto, volevamo vincere tutti. È mancato sempre poco, ho lasciato tutto me stesso lì in quei sei anni di Inter. Ho giocato partite che non avrei dovuto giocare, non mi reggevo in piedi. Potevamo andare in finale di Champions, potevamo vincerla. Ho sofferto di non aver vinto. Avevamo una squadra piena di giocatori incredibili”.

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Nel prossimo turno è in programma il derby d'Italia, una sfida sentitissima. Un ricordo di Vieri di Juventus-Inter:

“Mi viene in mente un gol che ho sbagliato. Cross di Recoba di destro, io sono a 20 centimetri dalla porta, ma mentre la palla arriva mi accorgo di essermi mosso in anticipo: la palla mi è andata sul tacco e ha superato la traversa. Mi si è fermato il cuore. Ancora oggi mi chiedo come abbia fatto a sbagliare quel gol”.

Il doppio ex si concentra su quella che sarà la sfida del 26 novembre tra la squadra di Allegri e quella di Inzaghi:

“Oggi è più forte l’Inter. È una super squadra, gioca molto bene. Inzaghi meglio di Allegri, sta dimostrando di essere un grandissimo allenatore. Il mio preferito tra le due squadre? Mi piacciono molto Lautaro e Thuram. L’Inter mi fa impazzire, anche Dimarco mi piace tantissimo, contro il Frosinone ha fatto un gol pazzesco. Sono tutti giocatori forti, giocano un bel calcio. Nella Juve non ne trovo uno in particolare, ma è una squadra molto solida. Bremer in difesa, davanti ha quattro attaccanti forti. Kean è in grandissima forma, sta giocando alla grande. C’è anche Chiesa, uno che può sempre fare la differenza. Cosa manca a Vlahovic? Il giocare sempre e i gol. Trascinatori si diventa giocando ogni partita”.

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