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Arpad Weisz, a Milano una mostra e lo spettacolo di Facchetti dedicata all’ex Inter

Arpad Weisz, a Milano una mostra e lo spettacolo di Facchetti dedicata all’ex Inter - immagine 1
L'allenatore più giovane a vincere uno scudetto con l'Inter è stato deportato ad Auschwitz durante la Seconda Guerra Mondiale
Eva A. Provenzano Caporedattore 

Il mese di gennaio è il mese della memoria. Di quello che è stato, dell'Olocausto che durante la Seconda Guerra Mondiale ha visto milioni di persone ferite per sempre, deportate, uccise, annullate, cancellate, dal regime nazista con la colpevole collaborazione del regime fascista che a quell'epoca era al potere in Italia. Tra le persone che sono arrivate ad Auschwitz c'era anche Arpad Weisz

Arpad Weisz, a Milano una mostra e lo spettacolo di Facchetti dedicata all’ex Inter- immagine 2

A lui TuttoSport oggi dedica un articolo in occasione della Mostra a lui dedicata nel quartiere Niguarda a Milano. "Decine di tavole illustrate tratte dal volume di Matteo Matteucci, ‘Arpad Weisz e il Littoriale’. Un’iniziativa che il Teatro della Cooperativa, il Museo Ebraico di Bologna e la casa editrice Minerva hanno organizzato in occasione del Giorno della Memoria, il 27 gennaio. Simbolicamente quella è la data in cui vengono ricordate tutte le vittime dell’Olocausto. E la vicenda di Weisz, nel mondo del pallone, è tra quelle più conosciute e tragiche", si legge a proposito sul giornale sportivo torinese. 


Dall'Inter all'Ambrosiana e la storia di Arpad Weisz

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Era nato in Ungheria nel 1896, di religione ebraica, era un ex calciatore prima di diventare l'allenatore dell'Alessandria prima e dell'Inter poi, l'Internazionale che a quell'epoca fu costretta a cambiare denominazione in Ambrosiana perché il nome non era troppo vicino all'ideologia del governo Mussolini. E lui fu l'allenatore più giovane a laurearsi Campione d'Italia: regalò il titolo al club nerazzurro nella stagione 1929-1930. "Aveva metodi innovativi: si allenava insieme ai giocatori, curava la dieta, introdusse i ritiri. Si occupava anche di visionare i ragazzi che facevano parte dei settori giovanili e ne lanciò uno niente male, tale Giuseppe Meazza", scrive ancora TS. Guidò poi il Bari, il Novara e il Bologna e vincerà due scudetti. Ma nel 1938 erano entrate in vigore anche in Italia le leggi razziali e così lui si trasferì in Olanda per continuare con il suo lavoro. Ma fu deportato nei campi di concentramento insieme alla sua famiglia. E lì, come è successo ad altri mln di persone, la sua identità è andata perduta. Fino a che nel 2007 Matteo Marani non ha raccontato la sua storia nel libro 'Dallo scudetto ad Auschwitz". 

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 Lo spettacolo di Facchetti

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La mostra che è stata allestita al Teatro della Cooperativa di via Hermada accompagnerà lo spettacolo teatrale ‘Arpad Weisz - Se il razzismo entra in campo'. Lo ha ideato Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto, indimenticato ex presidente dell'Inter. «Credo, con molta semplicità, che spettacoli come questo servano a tenere la Memoria allenata. Il fatto che certi stereotipi sopravvivano e nel tempo hanno dei rigurgiti significa che la specie umana ha questa dualità, sa creare cose molte positive, ma anche distruzione. Per me raccontare storie come questa serve a non dimenticare, ma anche a capire come non scivolare in errori nei quali l’umanità è già scivolata e che a volte sono dietro l’angolo», ha spiegato Facchetti.

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